11 Nov 2024
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Giustizia lombarda: clima rovente, tempo scaduto. La protesta continua

3.7.2019 – Comunicato stampa FP CGIL – CISL FP – UIL PA Lombardia

Come ogni estate siamo costretti ad evidenziare il disagio che vivono le lavoratrici e i lavoratori  del Ministero della Giustizia in servizio  presso gli uffici giudiziari di tutta la Lombardia.

Aule e cancellerie si trasformano in saune perché prive di condizionamento: si lavora in condizioni proibitive, con temperature oltre i 30 gradi.

Al Palazzo di Giustizia di Milano, ad esempio, si va alle ricerca di aule climatizzate per poter tenere le udienze, per evitare  i numerosi malori a cancellieri, giudici, avvocati e utenza.

Ricordiamo al Ministro Alfonso Bonafede che siamo abbondantemente nel terzo  millennio e che questi problemi sono facilmente risolvibili se solo si ha la volontà di farlo e si ha cuore il benessere dei propri dipendenti e dei cittadini.

Da ben 20 anni i sindacati segnalano ai vari Ministri della Giustizia di intervenire in tempo utile per risolvere definitivamente la problematica della climatizzazione  e, più in generale, della  sicurezza del Tribunale di Milano e degli altri tribunali lombardi, ma a tutt’oggi poco è stato fatto. Scarsa è la dotazione, quasi inesistente la manutenzione.

Per l’ennesima volta chiediamo all’Amministrazione centrale di intervenire  al più presto con investimenti strutturali definitivi:  non si sprechino risorse preziose con  interventi tampone che risultano spesso poco utili.

Suggeriamo anche alla Ministra della Funzione Pubblica, Avv. Giulia Bongiorno  –  che dice di sostenere la causa dei lavoratori giudiziari –  di destinare le risorse  previste per modificare il sistema di rilevazione delle presenze, un  falso problema,  per migliorare invece  i  luoghi di lavoro e garantire benessere e sicurezza alle lavoratrici e lavoratori di questo comparto.

Il 28 giugno scorso le lavoratrici e i lavoratori della Giustizia hanno scioperato per difendere la loro dignità e quella del loro lavoro considerato  che da vent’anni aspettano il riconoscimento della professionalità acquisita.
Le ragioni del malcontento ora si intensificano.
Il clima è rovente, il tempo è scaduto. Non attendiamo più, la protesta continua.

Milano, 3 luglio 2019