La denuncia delle categorie confederali della funzione pubblica e dell’agroindustria di Cgil Cisl Uil
 31 lug. – Precari beffati. È successo che l’Ersaf,  l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste di  Regione Lombardia, d’improvviso e senza informare i sindacati è venuto  meno ai patti per stabilizzare e valorizzare il personale che da oltre  10 anni opera a tempo determinato. “Si era concordato di  prevedere un concorso per titoli ed esami e così è stato scritto nero su  bianco nel programma triennale dei fabbisogni” racconta Lucilla Pirovano, coordinatrice Fp Cgil Lombardia. E  invece? “Ersaf in modo unilaterale ha delegato la Giunta Regionale di  indire, nell’ambito di una loro selezione pubblica, un concorso per 8  figure tecniche di categoria D e non più per titoli ma per soli esami.  Ciò significa escludere l’anzianità di servizio maturata dai precari in  questi anni. Non solo – aggiunge Pirovano  -. Un’esclusione che avviene  anche per un’altra via, visto che l’unico titolo di studio richiesto è  quello di agronomo e forestale e così si tagliano fuori i tecnici  precari con altre lauree ambientali e naturalistiche. Eppure queste  competenze sono servite in questi anni e hanno lavorato bene! Per  risparmiare qualche migliaio di euro per organizzare le procedure  concorsuali, stiamo sprecando molto di più in capitale umano e questo è  imperdonabile”.
I  sindacati confederali lombardi della funzione pubblica e  dell’agroindustria denunciano la gravità della decisione dell’Ente  Regionale “poiché motivazioni meramente organizzative e di  razionalizzazione delle risorse non possono sostituirsi alle ragioni più  alte legate alla valorizzazione del personale e alla qualità delle  attività svolte da Ersaf. Chiediamo di ripristinare la modalità di  reclutamento condivisa e formalizzata in precedenza e invitiamo la  Giunta Regionale a esercitare in questo senso il proprio ruolo di  governance e coordinamento del Sistema Regionale – sostengono -. Laddove  il nostro invito non sia accolto, ci riserviamo di tutelare nelle  opportune sedi i lavoratori che rischiano di subire un grave danno  professionale”.