27 Apr 2024
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Ersaf Lombardia / Il cambio di rotta sui precari

La denuncia delle categorie confederali della funzione pubblica e dell’agroindustria di Cgil Cisl Uil


31 lug. – Precari beffati. È successo che l’Ersaf, l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste di Regione Lombardia, d’improvviso e senza informare i sindacati è venuto meno ai patti per stabilizzare e valorizzare il personale che da oltre 10 anni opera a tempo determinato. “Si era concordato di prevedere un concorso per titoli ed esami e così è stato scritto nero su bianco nel programma triennale dei fabbisogni” racconta Lucilla Pirovano, coordinatrice Fp Cgil Lombardia. E invece? “Ersaf in modo unilaterale ha delegato la Giunta Regionale di indire, nell’ambito di una loro selezione pubblica, un concorso per 8 figure tecniche di categoria D e non più per titoli ma per soli esami. Ciò significa escludere l’anzianità di servizio maturata dai precari in questi anni. Non solo – aggiunge Pirovano  -. Un’esclusione che avviene anche per un’altra via, visto che l’unico titolo di studio richiesto è quello di agronomo e forestale e così si tagliano fuori i tecnici precari con altre lauree ambientali e naturalistiche. Eppure queste competenze sono servite in questi anni e hanno lavorato bene! Per risparmiare qualche migliaio di euro per organizzare le procedure concorsuali, stiamo sprecando molto di più in capitale umano e questo è imperdonabile”.
I sindacati confederali lombardi della funzione pubblica e dell’agroindustria denunciano la gravità della decisione dell’Ente Regionale “poiché motivazioni meramente organizzative e di razionalizzazione delle risorse non possono sostituirsi alle ragioni più alte legate alla valorizzazione del personale e alla qualità delle attività svolte da Ersaf. Chiediamo di ripristinare la modalità di reclutamento condivisa e formalizzata in precedenza e invitiamo la Giunta Regionale a esercitare in questo senso il proprio ruolo di governance e coordinamento del Sistema Regionale – sostengono -. Laddove il nostro invito non sia accolto, ci riserviamo di tutelare nelle opportune sedi i lavoratori che rischiano di subire un grave danno professionale”.