Oggi l’assemblea delle donne Cgil Lombardia in vista dell’appuntamento nazionale del 5 ottobre
17 sett. – Molto partecipata l’assemblea delle donne organizzata dalla Cgil Lombardia nel salone Di Vittorio della Camera del Lavoro di Milano. “In questi anni non c’era stata sufficiente occasione collettiva per fare discussione su questi temi in tante. Il nostro è un confronto aperto e libero, l’impegno è che questo non sia un episodio raro” ha detto in apertura la segretaria generale Elena Lattuada. All’iniziativa – in vista dell’assemblea nazionale che chiamerà a raccolta a Roma il prossimo 5 ottobre tutte le cgielline – sindacaliste, delegate, pensionate attiviste delle leghe si sono confrontate su problematiche e politiche per le donne, il lavoro, le possibilità di carriera e i tempi di vita, il welfare, la formazione, la partecipazione. A sostrato di tutto, va rivendicata l’“assoluta indissolubilità della nostra libertà” ha detto Valentina Cappelletti. La segretaria confederale lombarda, riprendendo la piattaforma Cgil sulle politiche di genere “Belle Ciao. Tutte, insieme. Vogliamo tutto!” (cinque i punti programmatici: occupazione, parità di salario, condivisione, welfare, molestie) ha constatato come non abbia ancora “cambiato in modo strutturale la nostra pratica sindacale e contrattuale”. Tema immancabile è poi quello della conciliazione. “Sentiamo l’esigenza di ridefinire anche semanticamente la questione: condivisione del lavoro di cura e non più conciliazione – ha precisato la dirigente sindacale -. Il compito della negoziazione collettiva è rendere compatibile lavoro e assunzione di responsabilità da parte degli uomini. Accanto a questo tema, occorre fare forzature su alcune battaglie simboliche per esempio sul congedo di paternità con gli stessi vincoli di durata e obblighi. Per cambiare i rapporti di forza tra uomini e donne nel mercato del lavoro mutando la suddivisione dei compiti di cura”. Nelle conclusioni, Susanna Camusso, responsabile delle politiche di genere della Cgil Nazionale, oltre a proporre di superare la disparità salariale attraverso la contrattazione del premio di produttività, ha insistito sul valore della libertà femminile – proprio ieri su questa voce è partita la campagna nazionale unitaria di sensibilizzazione sulla parità di genere – come condizione e insieme leva per la democrazia e lo sviluppo sociale. Da segnalare la partecipazione di Jo Squillo che con Auser Lombardia ha presentato, nel ruolo di regista, il docufilm girato nella sezione femminile del carcere di San Vittore, e portato alla 76° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, “Donne in prigione si raccontano”.