27 Apr 2024
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Scuole pulite / A Brescia posti a rischio

La finanziaria 2018 prevede che il servizio di pulizia delle scuole statali sia re-internalizzato ma il decreto attuativo, a 2 mesi da fine anno, non c’è ancora. Intanto le imprese hanno avviato le procedure di licenziamento.

A Brescia ci sono circa 300 lavoratrici che rischiano il posto e la Fp Cgil, con la Filcams, che vogliono difenderle.

7 nov. – Quando una buona notizia, la reinternalizzazione dei servizi di pulizia nelle scuole statali, ne contiene dentro una cattiva: il rischio occupazionale. La notizia è nazionale: la finanziaria 2018 ha fissato al 31 dicembre 2019 il termine per l’appalto di questi servizi ma, mentre ancora manca il decreto attuativo, le imprese intanto hanno avviato le procedure di licenziamento. Vedi il caso di Brescia dove, in 63 scuole statali del territorio, sono coinvolte circa 300 lavoratrici (le donne sono maggioranza nel settore), di cui 185 alle dipendenze di cooperative sociali. “Le assunzioni avverranno con concorso per titoli, a Brescia sono stati riservati 162 posti e questo è un primo problema – sottolinea Giuseppe Vocale, segretario Fp Cgil -. Il secondo è che tra i requisiti richiesti per partecipare al concorso c’è quello di aver svolto per almeno 10 anni il servizio, tra cui l’ultimo biennio. Il settore degli appalti non si presta a questa continuità e così resterebbe esclusa la metà delle ausiliarie” precisa, preoccupato per la vertenza, seguita insieme alla categoria della Filcams.

“A livello nazionale il sindacato ha chiesto al governo di togliere il criterio del servizio decennale per accedere al concorso e la possibilità di assunzioni part-time: questo potrebbe consentire la stabilizzazione di tutte le lavoratrici bresciane. E se il decreto dovesse essere pubblicato per tempo saremo pronti ad aiutarle a presentare la domanda telematica alla prova selettiva” aggiunge Vocale.

Il sindacalista della Cgil rivendica la salvaguardia di tutti i posti di lavoro, in un’ottica inclusiva: “È necessario dare garanzie anche alle categorie protette”. Ma anche porre fine alla discriminazione che queste lavoratrici hanno attualmente con il part-time ciclico: “nei mesi di chiusura delle scuole non prendono lo stipendio e così neanche il contributi previdenziali”.