25 Apr 2024
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25 novembre / La rete sindacale per fermare odio e violenze

Riuscita, a Palazzo Lombardia, l’iniziativa organizzata dalle categorie della Cgil che rappresentano la galassia di lavoratrici e lavoratori del Sireg. Pirovano (Fp Cgil): “invertire con i nostri comportamenti e con il nostro linguaggio l’imbarbarimento di questo tempo. La risposta sindacale da dare è collettiva, dobbiamo fare ed essere rete”

25 nov. – Nell’ambito della giornata mondiale per eliminare la violenza contro le donne, è pienamente riuscita l’iniziativa organizzata dai sindacati della Cgil che seguono il Sireg, cioè le categorie della funzione pubblica, del commercio, dei credito, dell’agroalimentare e dei lavoratori atipici. Le lavoratrici e i lavoratori del sistema di Regione Lombardia hanno mostrato attivo interesse all’incontro incentrato sull’hate speech, i discorsi di odio che corrono (anche) in rete e sul ruolo che il sindacato può e deve agire. Da rilevare la nutrita presenza maschile. “Questo è importante perché la battaglia per fermare la violenza sulle donne coinvolge prima di tutto gli uomini” commenta Lucilla Pirovano, coordinatrice della Fp Cgil Lombardia.

A lei chiediamo una sintesi della giornata, preparata con grande determinazione da tempo. “È stato un momento molto sentito, cui hanno partecipato anche facce non solite alle assemblee, sia per l’interesse ad ascoltare Liliana Segre, nella video intervista proiettata, sia per il tema affrontato, quello della violenza verbale, che normalmente non si affronta in riunioni sindacali” racconta Pirovano. Del livello d’interesse sono state indice domande e considerazioni sollevate dalla platea, dall’educazione dei figli alle modalità per arginare gli attacchi alle donne, fino a comportamenti che pensavamo ormai di un tempo passato e che stanno invece riprendendo piede tra le giovanissime, vedi giustificare la gelosia maschile, perdonarla come normale e quindi conformarsi, ad esempio, nel vestirsi, per non ringalluzzirla. “Punto centrale che abbiamo ribadito è che i diritti non sono per sempre e certe battaglie, come appunto quelle per contrastare denigrazioni e violenze sulle donne, devono sempre rimanere attive. Non nasciamo giù vaccinati in merito. Per questo, a partire dalle famiglie e dalle scuole, l’educazione sentimentale deve diventare una priorità. Elaborare le emozioni è una competenza sociale che va appresa, ne va del futuro di tutte e tutti” afferma la coordinatrice, sottolineando anche il contributo portato dalle avvocate che collaborano con il centro donna della Cgil di Milano. “Hanno riferito di casi concreti, di sentenze positive raggiunte grazie all’aiuto del sindacato. Casi dove si è riusciti a rendere giustizia ai soprusi di datori di lavoro nei confronti di lavoratrici. Va ricordato: nella finanziaria dello scorso anno il sindacato è stato considerato tra gli attori per il contrasto alla violenza di genere. Noi dobbiamo farci carico del problema”. Come?Facendo rete. Guardando, nel caso specifico, a Regione Lombardia, tenendo insieme i pezzi di rappresentanza delle diverse categorie, cercando di unire laddove c’è chi cerca di frammentare, insomma provando a ricomporre con le nostre risposte collettive che passano anche dal confronto, dalla formazione delle delegate e dei delegati – che sono le nostre antenne sui posti di lavoro -, dalla prevenzione. Dall’esempio: dobbiamo invertire con i nostri comportamenti e con il nostro linguaggio l’imbarbarimento di questo tempo”. Quindi anche attraverso i social network? “L’odio che vi circola è reale e quello verso le donne è sempre un po’ di più. Anche sui social ci sono rapporti di forza che come sindacato dobbiamo provare a invertire, non accettando la deriva in corso e provando a segnare una nostra differenza. È importante che il linguaggio esca dall’idea della donna in quanto vittima, anche perché, per chi giustifica la violenza, la donna non è mai abbastanza vittima. Noi donne per prime non dobbiamo lasciare spazi a chi ci rende corresponsabili delle violenze. Bisogna trasformare la debolezza delle vittime in occasione di riscatto e come sindacato, a maggior ragione in luoghi di lavoro con alto tasso femminile, dobbiamo e vogliamo esserci”.

Cosa ti è piaciuto di più delle parole della senatrice Segre, quando l’hai intervistata? “La Regione Lombardia a trazione leghista ha bocciato la Commissione regionale contro l’odio che si voleva istituire a modello di quella votata in Senato. L’iniziativa di oggi, con la partecipazione che ha avuto, è stato un bel segnale di risposta anche a questo. Segre dice che bisogna mettersi ‘tutti insieme appassionatamente’ per combattere le prevaricazioni. Concordo molto: occorre un’azione collettiva. Attivare – ribadisco – reti di fratellanza e soprattutto di sorellanza in cui tutti insieme mettere in atto meccanismi di protezione per uscire dai soprusi, rivendicando le differenze senza che si tramutino in disparità”.