La denuncia del coordinatore Fp Cgil Lombardia Gianni Ardizzoia: Fondazione vuole portare anche i dipendenti rimasti con il contratto della sanità privata Aris al contratto Uneba. Vuole operare, dopo l’accordo di crisi e i tanti sacrifici sostenuti dai lavoratori, altri tagli sul costo del lavoro. Non ci stiamo!
9 dic. – “Vogliono non solo ridefinire i costi del personale ma proprio togliere la pelle alle lavoratrici e ai lavoratori. Noi non ci stiamo!”. La Fp Cgil, con il coordinatore regionale della Lombardia Gianni Ardizzoia, denuncia l’attrito che si sta creando con la Fondazione Sacra Famiglia, ente che si occupa di fornire servizi di assistenza e riabilitazione a persone con disabilità, e che ha alle sue dipendenze circa 1800 lavoratori, una metà con contratto della sanità privata Aris, l’altra con contratto nazionale Uneba. “Stiamo parlando di persone che hanno già sostenuto sacrifici sul lavoro. Con l’accordo di crisi siglato tre anni fa, hanno perso 4 festività e hanno avuto una riduzione del premio di produzione. Con il 2019 quell’accordo si chiude e la Fondazione intende portare tutti i dipendenti al ccnl Uneba – racconta Ardizzoia -. Un contratto più svantaggioso per i lavoratori che, rispetto a quello Aris, perdono ad esempio indennità di turno, maggiorazioni festive e notturne, orario di lavoro, indennità di malattia. La Fondazione nel 2015 ha risparmiato oltre 2 milioni e 100mila euro, in parte per dimissioni e pensionamenti, ma soprattutto per il passaggio della prima tranche di lavoratori al contratto Uneba. Dal 2020, portandoli tutti nel comparto del terzo settore, stimiamo che Sacra Famiglia possa risparmiare 1.500.000,00 euro all’anno, e dunque 6.000.000,00 di euro in 4 anni”.
Le trattative per rinnovare il contratto della sanità privata, fermo da 13 anni, sono in corso. Questo potrebbe incidere nella scelta della Fondazione? “Eccome! Intanto, appunto, per le lavoratrici e i lavoratori con il contratto della sanità privata sarebbe una beffa, dopo il danno di un lunghissimo blocco contrattuale. In più, siccome il tabellare Aris è più alto, Sacra Famiglia vuole riassorbire, fino al 2023, tutti gli incrementi economici che dovessero intervenire per il personale che passa all’Uneba; nel quadriennio, stimiamo sia pari a 3.744.000,00 euro”.
Quindi il risparmio complessivo, secondo questo piano strategico, sarebbe di oltre 9 milioni e 700mila euro. “Vogliamo parlare della nuova stretta al premio di produzione? – aggiunge Ardizzoia -. Cioè della riduzione della produttività dai 400mila euro annui proposti nel 2016 ai circa 800mila totali in 4 anni, quindi 137 euro a testa l’anno e neanche sicuri, visto che bisogna centrare il risultato!”.
Insomma, a rimetterci sono sempre le lavoratrici e i lavoratori. “Eh già! Loro – alla faccia della valorizzazione professionale – perdono sui 12mila euro in 4 anni (circa 3000 euro l’anno). Mentre Sacra Famiglia, nello stesso periodo, al risparmio aggiunge un guadagno di circa 8.864.000,00 euro. Una situazione inaccettabile, che contrasteremo con il conflitto e l’azione legale”.