Presidi, conferenze stampa, lettere ai giornali, tam tam sui social: da Brescia a Monza e Milano per denunciare la vergogna di un contratto che ancora non si rinnova dopo 13 anni
3 gen. – Lavoratrici e lavoratori della sanità privata hanno 13 anni di ragioni, tante quanti gli anni di blocco contrattuale. E poi ora, con il tavolo quasi al dunque che viene fatto saltare: fattivamente dalla controparte Aiop, con il silenzio complice della collega Aris! Le lavoratrici e i lavoratori del settore sono circa 300mila a livello nazionale, di cui circa 50mila in Lombardia. Monta di nuovo la rabbia e, a partire dalla nostra regione, non intendono stare a guardare.
Questa mattina, con operatori chiamati da tutta la provincia, si è tenuto un presidio unitario a Brescia, davanti agli Istituti Clinici che, del Gruppo Rotelli, fanno capo ad Aiop. I sindacati hanno tenuto una conferenza stampa. “Abbiamo per l’ennesima volta denunciato una situazione scandalosa, rinnovata dalle proposte inaccettabili di Aiop al tavolo delle trattative e da uno stallo che sta mortificando la professionalità dei lavoratori delle cliniche private – racconta Stefano Ronchi, segretario Fp Cgil Brescia -. Nel nostro territorio ci sono circa 4500 operatori e le 18 cliniche ottengono circa 480 milioni di rimborsi, il 45 % del totale del budget sanitario della provincia”. E poi aggiunge: “Questa protervia delle controparti è una mancanza di rispetto e di violazione di diritti nei confronti di chi contribuisce a rendere esigibile il diritto alla salute di cittadine e cittadini – tuona il sindacalista -. Ripartiamo ora con la una mobilitazione per sensibilizzare istituzioni, politica, opinione pubblica. Su questo tema c’è troppa distrazione. Se si va avanti così non è escluso uno sciopero”.
La mobilitazione, intanto, si sta ramificando anche sui social. Vedi in Brianza, dove la Fp Cgil sta postando su Facebook diversi messaggi inequivocabili. “Basta tenere bloccato il rinnovo, vogliamo il contratto subito, non cediamo ai ricatti. Non siamo disposti ad attendere altro tempo” dicono in un video le lavoratrici della casa di riposo Don Meani. “Altro che Sanità Privata è diventata Sanità ‘Provata’ e in sofferenza” sostiene un post che informa della mobilitazione, a partire da oggi, agli Istituti Clinici Zucchi. Tra chi ci mette la faccia c’è Rosy, delegata Fp Cgil alla Maugeri: “Non è giusto che il nostro contratto è ancora fermo dopo 13 anni. Quello che guadagno non è allineato al costo della vita oggi. La mia professionalità e il mio lavoro non hanno più risposte da un contratto troppo vecchio che non è cambiato di pari passo con il cambiamento del servizio offerto dalla strutture della sanità privata accreditata”. E ancora i dipendenti della Clinica Zucchi: “Cara Aiop e Cara Aris la nostra professionalità non è merce di scambio, contratto subito!”. Tra questi Pier: “Non ci stiamo, siamo stanchi di essere presi in giro. Il nostro contratto è scaduto da 13 anni e non accettiamo ricatti dalle controparti!”.
Tam tam tra carta stampata e social – ogni mezzo è buono per dare risalto e voce a questa durissima vertenza – anche per la Fp Cgil Milano che con la segretaria Elisabetta Guarneri attacca: “In un settore che non ci pare vivere tutta questa grande crisi, visti anche gli investimenti milionari per una nuova struttura nell’area Expo del Gruppo San Donato/San Raffaele e le spese del Gruppo Multimedica delle parti di Sesto San Giovanni, ci viene il dubbio che parte di queste risorse derivi proprio da 13 anni senza aumento salariale per chi opera nel settore. Ce n’è abbastanza per dire basta, per far sapere a tutte e tutti che nella sanità privata i grandi gruppo non vogliono rinnovare il contratto nazionale: loro la scelta, loro la responsabilità”. Chiaro?