25 Apr 2024
HomePubblicazioneTensioni all’Asst dei Santi di Milano

Tensioni all’Asst dei Santi di Milano

Guarneri (Fp Cgil): rivendichiamo corrette relazioni sindacali. Pinna (delegato Rsu Cgil): l’azienda non vuole trattare davvero

11 feb. – Situazione tesa all’Asst dei Santi di Milano. “Non c’è più rispetto delle relazioni sindacali e noi ne rivendichiamo il ripristino, invece – afferma Isa Guarneri, segretaria della Fp Cgil -. Siamo tornati a sederci al tavolo dopo che il giudice ci ha detto di tornare. La nostra categoria aveva fatto ricorso contro l’azienda socio sanitaria territoriale per comportamento antisindacale”. Nel sottolineare come continui a esserci con l’Asst, che solo del comparto ha più di 3000 dipendenti,  un “clima non buono”, Guarneri riferisce come quantomeno “inconsueta” se non “intimidatoria” la presenza ieri di “due agenti di polizia del Commissariato di zona” fuori dalla sala in cui, all’ospedale San Paolo, si stava tenendo un confronto sindacale.

Chiediamo ad Andrea Pinna, delegato Rsu della Cgil, di spiegarci i motivi del contendere. “All’Asst dei Santi è stato siglato un accordo sugli incarichi di funzione e la pronta disponibilità (due istituti previsti dal nuovo contratto nazionale della sanità pubblica) che la maggioranza della Rsu e la Fp Cgil non hanno firmato per l’uso dei fondi. L’azienda ha impegnato fondi contrattuali che non permettono di garantire il pagamento di altri istituti, quali lo straordinario e altre indennità. Inoltre – aggiunge Pinna – la gradazione di questi incarichi rispetto alla complessità delle attività è sperequata”. Ad esempio? “Un coordinatore di pronto soccorso che gestisce 100 persone prenderà €4.200 euro l’anno; il responsabile della comunicazione aziendale, che gestisce il sito, ne prende € 6.500”.

Per questo avete fatto come Fp Cgil ricorso per comportamento antisindacale? “Sì. Dopo la prima udienza, formalmente le trattative sono state riaperte ma l’azienda non vuole modificare niente rispetto alle proprie scelte. Vedi il piano della pronta disponibilità che risulta peggiorativo rispetto a quello del 2019”. Cioè? “L’azienda usa nel regolamento questo istituto che serve per garantire le attività e i servizi di emergenza urgenza per coprire la carenze di organico. Ad esempio richiama un infermiere a lavorare nei reparti a seguito di malattie improvvise. Ma i buchi in organico vanno gestiti in altro modo, non attraverso l’obbligatorietà della presenza in servizio perché i lavoratori non vogliono più saltare il riposo, quando i turni sono già massacranti. Meglio allora la volontarietà, il gettone previsto dalla legge Sirchia, rispettando la normativa sui riposi” risponde il delegato. La direzione aziendale deve assumere e non continuare a tergiversare”.

Prossimi passi? “Aspettiamo l’udienza del prossimo 4 marzo e poi valuteremo il da farsi”.