27 Apr 2024
HomePubblicazioneRegione Lombardia e Coronavirus: esteso lo smart working

Regione Lombardia e Coronavirus: esteso lo smart working

Pirovano (Fp Cgil): la circolare è in vigore da lunedì 24 febbraio ed è frutto della nostra richiesta sindacale

25 feb. – La circolare, nata dalla richiesta sindacale e seguita all’incontro di ieri, è entrata in vigore oggi. A fronte del Coronavirus, le lavoratrici e i lavoratori di Regione Lombardia, Giunta e Consiglio, possono chiedere di operare in smart working. “Dalle primissime ore dello scoppio dell’emergenza, sabato scorso, e cogliendo in primis le preoccupazioni dei colleghi pendolari di recarsi al lavoro, abbiamo chiesto all’amministrazione regionale di estendere il lavoro agile con una doppia finalità: tutelare la salute dei dipendenti, riducendo, con gli spostamenti, le occasioni di contagio; far proseguire il servizio pubblico anche in questa fase così delicata” racconta Lucilla Pirovano, coordinatrice della Fp Cgil Lombardia.

La sindacalista elenca anche un terzo punto importante: “Il lavoro agile si è posto come tema urgente anche a seguito della chiusura di tutti i servizi educativi, per cui è diventato un’esigenza di conciliazione tra vita privata e lavoro. Abbiamo chiesto di poterlo estendere anche alle lavoratrici e ai lavoratori di tutti gli enti del sistema regionale”.

La Fp Cgil Lombardia si è appellata al decreto legge 6/2020 che prevede una applicazione del lavoro agile anche oltre gli accordi già previsti. “Abbiamo colto questa opportunità – commenta Pirovano -. L’amministrazione ha accettato un coinvolgimento in due step. Da lunedì 24 febbraio, per 5 giorni invece che 1, hanno iniziato lo smart working i lavoratori già abilitati a farlo e dotati della strumentazione necessaria. Da oggi, 25 febbraio, è consentito anche ai non smart worker che potranno lavorare attraverso i loro pc privati. Al momento questa soluzione è prevista per questa settimana ma bisognerà man mano valutare come si sviluppano gli eventi”.

Quindi tutti operativi. “Pensa, anche dei lavoratori delle ‘zone rosse’, esentati in questa fase dal lavorare, ci hanno chiesto di poter prestare servizio in questa modalità, con senso pieno del valore del lavoro pubblico e perché, isolati dal mondo, vogliono mantenere connessione con la realtà. In questi giorni di grandi incertezze e tensioni, questa nostra volontà ci pare una scelta di buon senso e sarà anche un bel banco di prova per il lavoro agile. Come Fp Cgil tre anni fa siamo stati i primi, peraltro, in Ente Regione, a credere in questa scommessa, che da sempre riteniamo meritevole della massima estensione”.