La Cooperativa sociale ha chiuso i battenti per crisi economica. Martini (Fp Cgil Cremona): ‘fondamentale trovare nuove opportunità lavorative preservando la dignità di ciascuno’
2 mar. – La vicenda pare una matrioska, di cooperative sociali cremasche che aprono e chiudono i battenti nel settore dell’impacchettamento di prodotti cosmetici. Da L’Alternativa a La Tela a L’Araba Felice. Dal fallimento di una sorge l’altra. E via.
I fatti. La Tela di Crema, per fallimento, due settimane fa ha licenziato 87 dipendenti. Gli altri 16, portatori di disabilità, si sono dimessi volontariamente e sono stati poi assunti dalla coop Araba Fenice.
“Prima di avviare il licenziamento collettivo, La Tela (che nel 2013 ha preso il posto de L’Alternativa), attraverso il direttore di produzione Teresio Ghiozzi aveva invitato il personale alle dimissioni volontarie. Circa 30 lavoratrici – le donne sono la maggioranza – lo scorso 23 gennaio si sono rivolte alla Cgil ma le ho subito invitate a non farlo, a bloccarle” racconta Maricla Martini, segretaria della Fp Cgil Cremona.
Dopo incontri informali e formali con l’impresa, un’assemblea sindacale, l’intervento anche del confederale che ha pungolato il Comune di Crema, in una vertenza che si sta seguendo a livello unitario, il 14 febbraio è stato raggiunto l’accordo nell’ambito della procedura di licenziamento. “Per i lavoratori ‘fragili’ il ricollocamento, fino a fine marzo, è scattato con la nascita della nuova coop, l’Araba Felice. Era importante che venissero riassunti poiché, a causa delle dimissioni volontarie, hanno perso il primo requisito per accedere al diritto all’indennità mensile di disoccupazione (Naspi). Per le altre lavoratrici e lavoratori il percorso è più complicato – afferma Martini -. Il 22 febbraio abbiamo avuto un incontro in Provincia per una prima analisi del problema e per individuare ammortizzatori sociali o agevolazioni per queste persone, mentre giovedì 5 marzo avremo un incontro in Confcooperative con la presidente del Consorzio Arcobaleno, per verificare possibili assunzioni”.
La sindacalista tiene a precisare che, al 28 febbraio, 49 lavoratori avevano inoltrato domanda di Naspi presso gli sportelli Cgil. Una ventina si è rivolta a Cisl e Uil. “Una decina ha invece trovato impiego presso aziende del territorio come operai/operaie generici. Fondamentale ora è sostenere tutte queste persone, trovare loro nuove opportunità lavorative preservando la dignità di ciascuno. Appena avremo il permesso, passata l’emergenza coronavirus, organizzeremo un’assemblea sindacale con il collega dell’Ufficio Vertenze per illustrare il nostro futuro intervento” chiude, determinata, Martini.