13 Dec 2024
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Prima che sia troppo tardi

Barbieri, responsabile dei Medici di Medicina Generale per la Fp Cgil Lombardia, interviene sul ruolo di queste professionalità al tempo del coronavirus, e non solo

9 mar. – “Cosa ci lascerà questo virus, una volta sconfitto? Possiamo trarre qualche insegnamento da questa crisi?”. Con questi interrogativi Giorgio Barbieri, responsabile Fp Cgil Lombardia Medici di Medicina Generale (MMG) ragiona sull’epidemia da Covid-19 che ha investito la nostra regione e ormai tutto il paese. Lo fa partendo dalle condizioni in cui versa la medicina territoriale.

“Abbiamo imparato che, mentre i pronto soccorso fronteggiano egregiamente le acuzie (qualcuno si era scordato essere questo il loro ruolo), la prima linea sui grandi numeri, sia per curare le patologie croniche sia per fronteggiare le epidemie, resta quella dei medici di medicina generale. Perciò è sconcertante assistere alla continua erosione di questo essenziale presidio – afferma Barbieri -.

Da una parte Regione Lombardia, che da anni persegue l’obiettivo di esternalizzare la cura (loro scrivono la “gestione”) dei malati cronici, espropriando i medici di famiglia per appaltarla a cooperative, società, privati. Dall’altra la devastante proposta di aumentare ulteriormente il numero di assistiti per medico, portandolo a 1.800 pazienti (quasi 2.000 considerando gli iscritti provvisori), tagliando di pari passo il numero di medici in servizio. Senza che ce ne accorgiamo, solo un pezzettino alla volta, lasciandoci il tempo di assuefarci a ogni nuovo passaggio prima di procedere al successivo”.

Stai sostenendo, in sostanza,  che il vostro ruolo non viene considerato? “‘I medici di famiglia non servono più’: è questo il mantra che vorrebbero inculcare nella testa di tutti. Salvo riscoprirne il ruolo insostituibile nei momenti di crisi”.

Il sindacalista poi torna a snocciolare un’altra serie di interrogativi. “Chi affronterà la prossima epidemia, una volta venisse smantellata la rete della medicina territoriale? Ci riverseremo nei pronto soccorso a centinaia di migliaia (questi i numeri di accessi quotidiani negli ambulatori dei 60.000 MMG in Italia)?”.

Ecco, se a voi medici di famiglia fosse affidato il doppio degli assistiti attuali, cosa immagini potrebbe succedere in caso di futuri picchi di patologia, in condizioni emergenziali simili a questa?  “Già ora, con un numero medio di circa 1.000 pazienti per medico, siamo ai limiti della saturazione, tra visite e burocrazia. Davvero vogliamo dimezzare i medici e raddoppiare loro gli assistiti pro-capite? Con quasi 2.000 pazienti finiremmo per essere oberati anche in condizioni di normalità; figuriamoci cosa potrebbe succedere in caso di epidemia…”.

Quindi? “Sarà opportuno e persino saggio che tutti noi medici di medicina generale facciamo rapidamente e adeguatamente sentire la nostra voce. Sarà utile che i cittadini si pongano un problema che è prima di tutto loro. Prima che sia troppo tardi. Sono lustri che assistiamo a tagli nella Sanità. Sempre meno medici, infermieri, biologi, tecnici, personale. È ora di invertire questo folle processo di autodistruzione”.