25 Apr 2024
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Covid-19: estendere i tamponi a medici, infermieri, tecnici, personale di tutte le strutture in prima linea

La richiesta dei sindacati a Regione Lombardia. Vanoli (Fp Cgil): “Il personale sanitario deve essere protetto, è quello che ci sta salvando”

17 mar. – “Estendere i tamponi a chi, in ragione della sua professione, rischia di più di essere contagiato dal Covid-19: medici, infermieri, tecnici, operatori socio sanitari e ogni altro lavoratore e lavoratrice delle strutture ospedaliere pubbliche e private, ASP, RSA, inclusi i dipendenti delle cooperative sociali, sono particolarmente esposti (come peraltro già documentato dall’Istituto Superiore di Sanità). I tamponi vanno estesi in primis a loro, per isolare anche i positivi asintomatici, per proteggere le persone”. Così Fp Cgil-Cisl Fp – Uil Fpl della Lombardia che oggi hanno scritto al Presidente della Regione Attilio Fontana e all’Assessore Regionale al Welfare Giulio Gallera perché venga accolta questa istanza.

La definisce “imprescindibile” Manuela Vanoli, segretaria generale della Fp Cgil Lombardia, che già ieri nella pagina Facebook della categoria, era tornata a ribadire con nettezza: “Se si ammala la sanità non si cura più nessuno”. E così a richiedere con urgenza i dispositivi di protezione individuale per chi si fa carico in prima linea delle persone contagiate dal coronavirus.

Nella nostra regione i numeri di chi viene colpito dal virus aumentano, non solo tra i cittadini ma anche, appunto, da chi sta in trincea per assisterli.

In Lombardia, sono tantissimi – TROPPI – gli operatori sanitari positivi al Coronavirus tra medici (inclusi i medici delle cure primarie e di continuità assistenziale) infermieri e tecnici. Il numero di contagiati cresce e continuerà a crescere se non si adotta una profilassi specifica, a partire da chi è in prima linea. Vogliamo che venga interrotta ogni catena di trasmissione del virus individuando tutti i possibili casi sospetti e probabili e intervenendo anche con l’isolamento domiciliare e la quarantena. Questo consentirebbe un’indagine epidemiologica approfondita per individuare tutta la rete possibile di contatti familiari, lavorativi, occasionali e così poter disporre ulteriori misure di quarantena e isolamento domiciliare” sostengono i sindacati.

Che cosa fare se questo personale risultasse positivo al Covid-19? “Va messo in quarantena, meglio se isolato in alberghi messi a disposizione dalla Regione o dalle aziende ospedaliere. A tutte le persone che risultano positive deve essere garantita una quarantena sotto controllo che non metta a rischio la salute dei propri cari. Non basta fare presto, subito è già troppo tardi” risponde Vanoli.