La denuncia dei sindacati del Ticino Olona. Addamo (Fp Cgil): “Il tempo passa e la guardia ancora non è stata alzata”
17 apr. – “Considerata la gravità della situazione complessiva delle RSA, che registrano un costante e allarmante incremento dei casi positivi tra gli ospiti e tra il personale, siamo a sollecitare un tempestivo intervento dell’ATS Città Metropolitana di Milano, e a richiedere quanti e quali azioni di monitoraggio sono stati pianificati da ATS, compreso il n. di tamponi effettuati e programmati per ospiti e operatori, in particolare c/o RSA Accorsi e più in generale nelle strutture residenziali delle aree del Legnanese – Castanese – Magentino – Abbiatense”. Cgil Cisl Uil del Ticino Olona, insieme alle categorie della funzione pubblica e ai sindacati dei pensionati hanno scritto ieri all’Agenzia di Tutela della Salute di Milano, alla KCS Caregiver di Agrate Brianza e alla Rsa Luigi Accorsi di Legnano. Il coronavirus avanza tentacolare nelle residenze per anziani e i sindacati chiedono conto delle misure messe in campo per prevenire e gestire l’epidemia al loro interno.
“Ci preoccupa in particolar modo la Rsa Accorsi, gestita dalla cooperativa sociale KCS Caregiver: le videochiamate sono state sospese all’improvviso e i familiari degli ospiti sono in grande ansia per il taglio anche di questo contatto, vista la fragilità dei loro cari, spesso non autosufficienti. Non avere certezza di quanto sta accadendo nella struttura, della condizione delle persone, è tremendo oltre che sollevare legittime rivendicazioni, arrivate anche alle forze dell’ordine e alla stampa, che intanto diffonde notizie sulla diffusione del contagio” racconta Vera Addamo, segretaria generale Fp Cgil Ticino Olona.
Qual è l’intento della nota unitaria che avete inoltrato? “Oltre al ruolo e alla responsabilità di Ats per la profilassi e la sorveglianza sanitaria per tutte le Rsa del territorio, e per tutte le persone al suo interno, ci siamo focalizzati sulla KCS, casa madre della Rsa Accorsi cui abbiamo chiesto i numeri di: tamponi effettuati, anziani Covid+ o sospetti, decessi dal 1° marzo. Per il personale sanitario e socio sanitario abbiamo chiesto il numero di chi è in malattia e in quarantena, il numero di tamponi fatti, il numero di operatori positivi o sospetti positivi. Inoltre – aggiunge Addamo – anche qui chiediamo quali misure di sorveglianza sanitaria sono state prese, come e quale sanificazione degli ambienti è stata programmata, e se e quale valutazione del rischio e del contagio è stata fatta dal medico competente, con conseguente aggiornamento del documento di valutazione dei rischi da parte del responsabile del servizio di prevenzione e protezione”.
A dispositivi di protezione come sono messi? “C’è ancora carenza di Dpi – risponde la sindacalista -, per cui nella lettera abbiamo ribadito che è necessario fornire a tutte le lavoratrici e lavoratori il kit Sars-Cov-2, dalle mascherine ai camici, e relativa formazione per il loro corretto uso. Il tempo passa e la guardia ancora non è stata alzata. Il virus per questo non sarà più gentile”.