Aperto il confronto con Anci e Upl per linee guida alle pubbliche amministrazioni che orientino nella gestione della ‘fase 2’. Pirovano (Fp Cgil): “Abbiamo l’ambizione di giungere a un Protocollo innovativo e coraggioso”
29 apr. – Si è tenuto questa mattina l’incontro in video conferenza tra sindacati, Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) della Lombardia e Unione delle Province Lombarde (Upl). Scopo dell’incontro è arrivare a siglare un Protocollo che funga da linee guida negli enti per la cosiddetta ‘fase 2’. “Anci ci aveva presentato un primo documento e oggi abbiamo illustrato le proposte che come categoria riteniamo utili. Abbiamo l’ambizione di giungere a un Protocollo innovativo e coraggioso che non ricalchi meramente quanto già fatto a livello nazionale ma che invece aiuti a fare un passo in più, oltre che a ricomporre e dare omogeneità ad una applicazione delle norme, da parte degli enti locali, frammentata e spesso anche difforme alle norme stesse” afferma Lucilla Pirovano, coordinatrice Fp Cgil Lombardia.
Queste linee guida farebbero da cornice e corsia per l’arcipelago delle pubbliche amministrazioni lombarde (e le lavoratrici e lavoratori che afferiscono contrattualmente al comparto delle funzioni locali) sottoposte alla prova delle misure restrittive per arginare la diffusione del Covid-19 e al contempo dovendo garantire l’erogazione dei servizi alla cittadinanza.
“La situazione non è facile ma è paradossale che si debba essere noi a insistere con le pubbliche amministrazioni perché applichino le norme” sottolinea Pirovano. Ad esempio quali? “Lo smart working come modalità ordinaria di lavoro delle Pa. Dovremmo chiamarlo lavoro da remoto, visto che in effetti quello svolto da casa, per come il più delle volte viene svolto – spesso con il controllo degli orari invece che delle prestazioni – non è lavoro agile”.
Ieri la Fp Cgil Lombardia si è confrontata, con i suoi referenti territoriali, rispetto ai temi da proporre all’incontro odierno con Anci e Upl. Ce li riassumi? “Chiediamo di rimettere al centro le relazioni sindacali. Vanno aperti confronti sindacali sullo smart working (con la partita dei buoni pasto e dell’orario di lavoro) e sull’organizzazione del lavoro. Il lavoro agile andrà favorito anche dopo l’emergenza, per cui ipotizziamo si stipulino convenzioni per favorire tecnologicamente questo salto organizzativo, qualitativo e culturale – risponde la coordinatrice regionale -. Altro punto importante è l’applicazione dell’articolo 87 del decreto ‘Cura Italia’ almeno fino al 17 maggio, per cui, fatte salve le attività indifferibili da rendere sul luogo di lavoro, laddove i dipendenti non possano svolgere lavoro da remoto andranno scalate loro le ferie pregresse del 2019, come da contrattazione collettiva. Chiediamo inoltre siano programmate e non imposte le ferie 2020 da giugno a settembre”.
Altri temi che la categoria vuole inserire nel Protocollo sono: per gli enti che ne hanno disponibilità, piani di razionalizzazione per destinare quota dei risparmi al fondo per le risorse decentrate 2021 extra tetto di spesa; impegno a sbloccare le assunzioni già nel 2020, magari anche attraverso procedure informatizzate visti i tempi e le misure da rispettare, ma anche perché la diminuzione delle entrate correnti impatti meno sulle capacità di reclutamento. “Chiediamo anche venga rivisto, in ogni ente, il documento di valutazione dei rischi. Rispetto alla salute e sicurezza sul lavoro andranno declinati e tarati ad hoc i protocolli nazionali siglati per i pubblici dipendenti, potenziandone la relativa formazione, oltre a quella per migliorare il lavoro da remoto. Più semplificazione e più digitalizzazione delle procedure amministrative, a beneficio dei cittadini, dovrà diventare un mantra – aggiunge Pirovano -. Un nodo rovente è quello dei servizi educativi, con l’anno scolastico da preservare e la programmazione su come ripartire. C’è poi l’articolo 48 del ‘Cura Italia’ da applicare: gli enti pubblici devono pagare le cooperative sociali per i servizi che hanno appaltato negli ambiti socio assistenziali e socio educativi, dai centri diurni per anziani e disabili ai servizi di assistenza scolastica. Abbiamo, infine, chiesto di prevedere che tra le parti firmatarie del Protocollo si possa avere un canale di confronto per trarre un parere comune in caso sorgessero diatribe nell’applicarlo”.
Come è andato questo primo incontro? “L’interlocuzione è stata positiva. Ripeto, vogliamo linee guida che, con sguardo innovativo, sappiamo indirizzare gli enti nell’emergenza ma anche oltre essa. Anche Cisl e Uil sono su posizioni simili alle nostre. Ora attendiamo da Anci una nuova bozza su cui lavorare”.