Landini: “La ripartenza dovrà avere solide radici nella giustizia sociale, nel rispetto dei diritti a partire da quelli sul lavoro”
Un manifesto per far ripartire l’Italia uscendo dalla cultura dell’emergenza e affermando quella delle regole. #Giustaitalia, un “Patto per la Ripartenza” fondato sull’etica della responsabilità promosso da Libera con Avviso Pubblico, Legambiente, Arci, Rete dei Numeri Pari, Rete della Conoscenza, Fuci, Centro Studi Pio La Torre, Cooperare con Libera Terra, Acsi, Us Acli, Cngei, Fondazione Interesse Uomo, Cgil, Cisl, Uil. (Scarica il manifesto)
“C’è un’Italia che vuole ripartire, stando con i piedi per terra, e chiede a tutti grande attenzione sui temi della legalità e della trasparenza. La ripartenza dovrà avere solide radici nella giustizia sociale, nel rispetto dei diritti a partire da quelli sul lavoro. Salute e sicurezza in primis”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini a sostegno del Patto.
Diciotto proposte concrete rivolte al Governo e al
Parlamento, perché ascoltino la voce della società civile, del mondo del
lavoro, delle imprese, di tutti coloro che, hanno a cuore la ripartenza
del nostro Paese nella legalità e nella giustizia sociale.
Diciotto proposte suddivise in tre aree strategiche per mettere al
centro i diritti sociali, assicurare la trasparenza nella gestione degli
appalti, prevedere la tracciabilità del sostegno alle imprese,
applicando bene e senza scorciatoie le norme che già esistono;
garantendo diritti fondamentali, come il lavoro, la casa, il reddito,
l’istruzione e la salute; lottando contro tutte le forme di povertà, a
cominciare da quella educativa che colpisce le giovani generazioni;
recuperando gli oltre 100 miliardi di euro sottratti annualmente alla
collettività dall’evasione fiscale, per sostenere la nostra economia e
ridurre il carico fiscale alle famiglie italiane.
“L’Italia – scrivono le associazioni nel Manifesto – può ripartire davvero, dopo il lungo isolamento a cui è stata costretta dalla pandemia del Covid 19, solo se non si commettono gli errori del passato. Quelli che hanno trasformato ogni emergenza, dai terremoti alla gestione dei rifiuti fino al dissesto idrogeologico, in una nuova opportunità di arricchimento e di crescita del potere delle mafie e, più in generale, di quei sistemi criminali fondati sul disprezzo delle regole, la corruzione, l’accumulazione illecita di profitti, che già condizionano la nostra democrazia”.
“Voci autorevoli – proseguono – , come la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, la Banca d’Italia e il ministero dell’Interno, hanno già segnalato i pericoli concreti a cui andiamo incontro, nella gestione degli appalti e delle risorse finanziarie. Mafie, corruzione, criminalità economica e ambientale sanno sfruttare l’allentarsi delle regole, in nome di una legittima urgenza ma approfittano anche dell’acutizzarsi delle povertà, per conquistare consenso sociale e riciclare i capitali accumulati illegalmente, anche attraverso l’usura”.
Aumentare le risorse in dotazione al Fondo per la lotta alla povertà
educativa; sospendere, o in alternativa, ridurre drasticamente gli
affitti regolati dal mercato; bloccare le procedure esecutive di
sfratto; estendere il reddito di cittadinanza e realizzare, al tempo
stesso, la costituzione di un reddito di emergenza; istituire un fondo
di 5 miliardi di euro a sostegno degli enti locali, per garantire
servizi fondamentali per la coesione sociale, investimenti e occupazione
sui territori; regolarizzare tutti i lavoratori e le lavoratrici
migranti presenti in Italia, ma attualmente sprovvisti di un regolare
titolo di soggiorno. E ancora applicare gli strumenti di assegnazione,
anche in situazioni di urgenza, già previsti dal Codice degli appalti,
senza ulteriori deroghe; prevedere meccanismi di controllo preventivo e
incrociato sulle imprese attraverso l’utilizzo sinergico delle banche
dati; escludere da qualsiasi beneficio le imprese oggetto di
procedimenti penali per reati gravi (associazione a delinquere di stampo
mafioso, corruzione, frode, delitti ambientali etc.) e quelle che
pagano le imposte nei paradisi fiscali, pur operando in Italia.
Infine garantire la tracciabilità dei flussi di risorse finanziarie
destinate alle imprese e del loro utilizzo coerente, con l’indicazione
conti correnti dedicati e l’assegnazione di un codice identificativo.
Sono queste le principali azioni messe al centro del manifesto per far
ripartire il Paese.
Un patto di assunzione di responsabilità collettiva, per presentare al Governo e al Parlamento un elenco di proposte concrete per rilanciare l’economia, abbattere le disuguaglianze sociali, combattere le diverse forme di povertà. L’Italia può, e deve, raccogliere questa sfida.
Le 18 proposte
Diritti sociali
1 – Aumentare le risorse in dotazione al Fondo per la lotta alla povertà educativa, al fine di rafforzare le attività di contrasto alla dispersione scolastica;
2 – Sospendere, o in alternativa, ridurre drasticamente gli affitti regolati dal mercato, bloccare le procedure esecutive di sfratto e prevedere un contributo per le famiglie in condizioni di povertà assoluta nel periodo di crisi economica causata dal Covid-19;
3 – Estendere il reddito di cittadinanza e realizzare, al tempo stesso, la costituzione di un reddito di emergenza per raggiungere tutti coloro che sono esclusi da ogni altro intervento di sostegno;
4 – Rilanciare e rafforzare il Sistema sanitario nazionale, riqualificando tutta la rete dei servizi sanitari territoriali;
5 – Istituire un fondo di 5 miliardi di euro a sostegno degli enti locali, per garantire servizi fondamentali per la coesione sociale, investimenti e occupazione sui territori;
6 – Regolarizzare tutti i lavoratori e le lavoratrici migranti presenti in Italia, ma attualmente sprovvisti di un regolare titolo di soggiorno;
7 – Approvare un Piano di interventi pluriennale per persone senza dimora, comunità Rom e persone in condizione di detenzione, tra le più colpire dagli effetti, economici e sociali, della pandemia.
Appalti
8 – Rafforzare e qualificare le Centrali uniche di committenza, senza ulteriori deroghe ed elevandone le competenze tecniche;
9 – Limitare alla sola fase emergenziale acuta il ricorso ai commissari con poteri straordinari;
10 – Applicare gli strumenti di assegnazione, anche in situazioni di urgenza, già previsti dal Codice degli appalti, senza ulteriori deroghe;
11 – Abrogare la Legge 55/2019 (Sblocca Cantieri), ripristinando il D.Lgs. 50/2016 (Codice dei Contratti Pubblici);
12 – Prevedere meccanismi di controllo preventivo e incrociato sulle imprese attraverso l’utilizzo sinergico delle banche dati esistenti, inasprendo le sanzioni in caso di affermazioni non veritiere e di inadempimento;
13 – Rafforzare l’Autorità nazionale anticorruzione, anche attraverso la nomina del suo Presidente, quale autorità di supervisione del sistema degli appalti;
14 – Valorizzare i sistemi di raccolta delle segnalazioni dei cittadini su speculazioni e inosservanze delle regole;15 – Semplificare e migliorare le procedure di informazione e partecipazione previste nelle Valutazioni d’impatto ambientale, per nuove opere, sia pubbliche che private.
15 – Semplificare e migliorare le procedure di informazione e partecipazione previste nelle Valutazioni d’impatto ambientale, per nuove opere, sia pubbliche che private.
Aiuti alle imprese
16 – Escludere da qualsiasi beneficio le imprese oggetto di procedimenti penali per reati gravi (associazione a delinquere di stampo mafioso, corruzione, frode, delitti ambientali etc.) e quelle che pagano le imposte nei paradisi fiscali, pur operando in Italia.
17 – Introdurre l’autocertificazione obbligatoria per le imprese beneficiarie circa l’assenza di motivi ostativi alla concessione dei benefici previsti;
18 – Prevedere la tracciabilità dei flussi di risorse finanziarie destinate alle imprese e del loro utilizzo coerente, con l’indicazione conti correnti dedicati e l’assegnazione di un codice identificativo.
fonte: http://www.cgil.it