I sindacati scrivono a Regione Lombardia, Prefettura, Ats e aziende del settore. Viscardi (Fp Cgil): “Chiediamo alle istituzioni e alle aziende di istituire un tavolo di confronto permanente con i rappresentanti dei lavoratori”.
6 mag. – Occorrono ancora più sicurezza e vigilanza nella fase 2, a maggior ragione per quelle attività più esposte al contagio da Covid-19. I servizi di igiene ambientale rientrano tra queste. Fp Cgil – Fit Cisl e Uil Trasporti regionali hanno scritto nei giorni scorsi a Regione Lombardia, Prefettura, Ats e aziende del settore per chiedere tutti i provvedimenti necessari per far lavorare con le maggiori tutele possibili le operatrici e gli operatori di questo importante comparto. “Oltre a quanto prevedono le diverse normative, va fatto rispettare il Protocollo nazionale con le misure di contrasto e contenimento della diffusione del virus. In questo Protocollo, condiviso con le parti sociali, ha ruolo centrale il Comitato aziendale o territoriale – partecipato dalle Rappresentanze sindacali unitarie e dai Responsabili dei lavoratori per la sicurezza – che deve appunto monitorare l’applicazione delle sue regole” sostiene Davide Viscardi, segretario Fp Cgil Lombardia.
Nella lettera unitaria cosa chiedete? “In aggiunta a quanto già previsto (distanziamento tra le persone, igiene delle mani, sanificazione periodica degli ambienti di lavoro, dispositivi di protezione, accessi scaglionati, ecc.), occorre in questa nuova fase potenziare nel concreto, a tutti i livelli (istituzionale e aziendale) le modalità partecipative e le capacità decisionali per ridefinire gli attuali assetti organizzativi, i carichi di lavoro, i livelli occupazionali, il sistema degli orari, la formazione continua e la valorizzazione professionale, lo smart-working, per chi può lavorare da remoto. Soprattutto bisogna riformulare gli standard gestionali ottimali in materia di sicurezza dei lavoratori, partendo dall’introduzione di adeguati supporti tecnologici” risponde Viscardi.
Altri punti di rivendicazione sindacale sono la gestione e la disposizione degli ambienti e spazi di lavoro che andranno rivisti alla luce del distanziamento sociale (uffici, reparti, magazzini, mensa, spogliatoi, parcheggi, mezzi).
Fondamentale, per le categorie confederali, passare ‘dal come al cosa si produce’, secondo una logica condivisa che vuole che la salute e sicurezza sul lavoro e dei lavoratori siano strutturali al sistema dei servizi erogati alla cittadinanza, da garantire con continuità.
“Chiediamo alle istituzioni e alle aziende di istituire un tavolo di confronto permanente con i rappresentanti dei lavoratori – sottolinea Viscardi -. Solo attraverso la condivisione degli obiettivi è possibile affrontare questa nuova ‘fase’. Continuità ed efficienza dei servizi ambientali erogati e condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori, ed un controllo puntuale delle misure restrittive per il contenimento del Covid-19, rappresentano obiettivi comuni”.