20 Apr 2024
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Sanità e socio sanitario cremonesi nella fase 2

Per la segretaria generale della Fp Cgil locale, Sabrina Negri, occorre una strategia precisa, sia per il rilancio dei presidi ospedalieri che delle Rsa. “Fondamentale il ruolo della Ats Val Padana”

21 mag. – “La fase 2, per certi aspetti, è ancora più delicata di quella che è stata la fase acuta della pandemia. Per questo abbiamo sollecitato le due Asst, di Cremona e di Crema, a confrontarci in via preventiva sulla riorganizzazione dei servizi ospedalieri su cui serve una strategia precisa, visto che, al dilagare del Covid-19, i presidi sono stati pressoché trasformati per far fronte all’emergenza sanitaria”. Sabrina Negri, segretaria generale Fp Cgil Cremona, ritiene però anche “fondamentale il ruolo della Ats Val Padana, sia per quanto riguarda la sanità pubblica sia per il socio sanitario assistenziale”. Il terzo settore è una sorta di “polo industriale” per il territorio cremonese, con i suoi circa 6000 addetti tra Rsa e indotto.

Per la sindacalista occorre che l’Agenzia di Tutela della Salute, “indipendentemente dagli indirizzi politici di Regione Lombardia, possa svolgere un ruolo da protagonista nelle attività di programmazione necessarie a garantire la salute pubblica. A tal fine va assolutamente rafforzata la medicina del territorio, rilanciando il ruolo della rete di servizi più prossimi alla cittadinanza e quindi quello dei medici di medicina generale. Bisogna investire, questa è la priorità per non farci trovare ancora impreparati e ripiombare di nuovo nel dramma che ha colpito la nostra comunità. Vanno rilanciati – continua Negri – tutti i presidi della sanità pubblica cremonese che negli anni è stata impoverita e che ha retto al coronavirus soprattutto grazie allo straordinario impegno delle operatrici e degli operatori”.

Gravi sono state le perdite umane, sia tra i cittadini sia tra quei lavoratori in prima linea  nella gestione del Covid.

Per quanto riguarda Rsa e case di riposo, com’è la situazione? “Sono impegnate a leccarsi le ferite. L’incidenza dei decessi è stata pesante. Queste strutture lamentano che Ats non ha messo in campo una cabina di regia. Cabina di regia che, come categorie della funzione pubblica, insieme ai confederali e ai sindacati dei pensionati, abbiamo sollecitato all’Agenzia. Da qui in avanti non vogliamo più scuse ma strategie per il rilancio del settore, con l’obiettivo di sostenere la quantità e la qualità dei servizi erogati prima della pandemia” afferma Negri. Aggiungendo una preoccupazione: “Purtroppo molte persone anziane sono decedute e nelle Rsa ci sono tanti posti letto vuoti. Non vorremmo oltre al danno la beffa, cioè che Regione usasse la situazione per impoverire il territorio. Per questo chiediamo ad Ats di agire un ruolo strategico autonomo, per la salvaguardia del socio sanitario”.

Sono già sorti problemi per i posti di lavoro? “Abbiamo dei primi segnali, ad esempio che lavoratrici e lavoratori a tempo determinato non saranno riconfermati. Alcune realtà (anche nella sanità privata), soprattutto per quanto riguarda i ruoli amministrativi e tecnici, hanno attivato il fondo di integrazione salariale. Abbiamo sollecitato Arsac, l’Associazione delle residenze socio sanitarie della provincia di Cremona, a un confronto serrato con noi per elaborare insieme una piattaforma territoriale che, anche attraverso un’analisi dei livelli occupazionali e dell’impatto del Covid, possa aiutare a capire come si ridisegna il settore e il modello di servizi per il futuro”. (ta)