28 Mar 2024
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Asst Lecco / È di nuovo stato di agitazione

Tramparulo (Fp Cgil):La Asst è la più grande azienda del territorio a produrre salute: le chiediamo rispetto e responsabilità”

25 giu. – Dichiarato lo stato di agitazione all’Azienda socio sanitaria territoriale di Lecco e attivato il tentativo di conciliazione in prefettura. I sindacati denunciano omissioni importanti da parte della Asst che non solo non applica il contratto nazionale rispetto ai tempi di vestizione ma nemmeno quanto concordato a livello aziendale. Viene meno all’informativa da dare alle rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori, come prevedono corrette relazioni sindacali, e continua a non assumere il personale necessario (sanitario, tecnico e amministrativo). Tra gli altri punti critici ci sono: un uso generalizzato della mobilità d’urgenza, la sicurezza da garantire attraverso l’attivazione dei protocolli e l’aggiornamento del documento di valutazione dei rischi alla luce del Covid-19, la mancata apertura dell’ambulatorio per lo stress lavoro correlato, l’accumularsi di ferie da smaltire e delle ore a credito per le operatrici e gli operatori.

Nei giorni scorsi la Fp Cgil di Lecco, con il segretario generale Lello Tramparulo, aveva già anticipato che la protesta sarebbe ripartita, dopo gli accordi siglati lo scorso 10 giugno tra Azienda socio sanitaria, Rsu e organizzazioni sindacali. “Per il personale della nostra Asst gli accordi prevedono: il riconoscimento di un ‘premio’ attraverso l’individuazione di quattro fasce di coinvolgimento nella gestione diretta e indiretta nella cura del paziente Covid-19, il pagamento delle indennità di malattie infettive e terapia intensiva e le risorse aggiuntive regionali RAR. Al giusto riconoscimento economico, purtroppo, non è seguita una corretta analisi di quanto è successo sotto il profilo della sicurezza e gestione del personale – sostiene Tramparulo -. Gli ultimi dati INAIL evidenziano che nel nostro territorio le lavoratrici e i lavoratori che hanno aperto una pratica di infortunio dal Covid-19 sono 600. Ricordiamo che i dipendenti dell’azienda socio sanitaria territoriale contagiati sono 330. Sono mesi che cerchiamo costantemente di porre al centro della discussione il tema della sicurezza, a partire dalle corrette procedure da mettere in campo per limitare al massimo la diffusione del contagio tra i dipendenti e l’utenza. Ancora oggi non è chiaro cosa sia successo in quelle terribili settimane”. Anche da qui la richiesta di visionare, con Rsu e i rappresentanti dei lavoratori della sicurezza, il documento di valutazione dei rischi.

Come intende l’azienda organizzare lavoro e servizi, ora che è passata la fase acuta dell’emergenza ma con il virus ancora circolante? “È quello che vogliamo capire e sapere, mentre lavoratrici e lavoratori continuano a essere spostati da un presidio all’altro senza una comunicazione formale. Le assunzioni sono indispensabili per allievare dai pesanti carichi di lavoro gli operatori e va messo in atto quanto prima un piano straordinario di reclutamento, con personale a tempo indeterminato” risponde il segretario generale.

Uno sciopero generale è già stato proclamato in Asst. “Sì, lo scorso 4 ottobre. Anche lì cuore delle rivendicazioni era l’attenzione da riservare al personale. E non era ancora scoppiata la pandemia”.

Catello sottolinea che, con lo stato di agitazione unitario, la Fp Cgil sostiene le decisioni prese dalla Rsu che rivendica “condizioni di lavoro dignitose”. Ma anche come l’ente debba chiarire la sua politica rispetto ad appalti e agenzie di somministrazione lavoro. “Ancora oggi ci chiediamo che senso abbia appaltare alle cooperative sociali interi reparti di degenza, determinando tra l’altro una disparità di trattamento tra lavoratrici e lavoratori che svolgono lo stesso lavoro. La Asst è la più grande azienda del territorio a produrre salute, con 2600 lavoratrici e lavoratori infermieri, tecnici e amministrativi (restando solo ai numeri del comparto): le chiediamo responsabilità, le chiediamo di essere trasparente nell’indicare come intende migliorare la qualità dei servizi, le chiediamo di rispettare gli accordi presi, il contratto nazionale della sanità pubblica, e di darci risposte vere. Diversamente non potremo che continuare la lotta” chiude Catello. (ta)