28 Mar 2024
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Verso un New Deal della Salute

Oggi la Fp Cgil nazionale ha riunito in video-assemblea quadri, delegate e delegati della sanità

7 sett. – Ricca di contributi l’assemblea nazionale di quadri, delegate e delegati della sanità organizzata oggi in video conferenza dalla Fp Cgil nazionale, dove è stata presentata la bozza di un documento (sarà ora discusso nei posti di lavoro per essere incrementato e declinato) per la costruzione collettiva di un “New Deal della salute”.

Per la Lombardia sono intervenuti Sara Pedrini, fisioterapista all’ospedale S. Isidoro di Trescore Balneario (Bg) ma con contratto della sanità privata perché in un servizio dato in appalto; Giorgio Barbieri, coordinatore regionale Fp Cgil Medici di Medicina Generale; Massimo Biagetti, operatore socio sanitario agli Spedali Civili di Brescia.

Il Covid-19 ha fatto esplodere le criticità presenti da tempo nel welfare lombardo. “Benché i vertici regionali abbiano sempre affermato che ‘il nostro sistema sanitario ha retto’, noi che ci siamo trovati a gestire le difficoltà quotidiane abbiamo visto la realtà – ha detto Pedrini -. Mancanza di dispositivi di protezione, assenza di servizi territoriali adeguati alle necessità, medici di base sovraccarichi e senza informazioni, assenza di presa in carico di responsabilità e decisioni organizzative tempestive ed efficaci, anche riguardo alle chiusure di ospedali, strutture sanitarie e sociosanitarie, sono solo alcuni degli esempi che sono stati sotto gli occhi di tutti”. Intanto in questi anni le aziende della sanità privata e accreditata hanno fatto grandi profitti, anche nel territorio bergamasco dove i servizi sono stati erogati prevalentemente da loro. Profitti che “derivano, oltre che dai rimborsi, anche e soprattutto dal risparmio sui costi del personale, sui turni straordinari, sulle visite specialistiche a ciclo continuo, sui numeri degli operatori sempre al limite inferiore, facendo leva ed affidamento sul senso di responsabilità dei lavoratori che, consapevoli di dare un servizio a delle persone in difficoltà, si sono sempre spesi anche oltre il limite. Questo nonostante le loro sacrosante rivendicazioni salariali e normative venissero di anno in anno ignorate o rimandate con le scuse più fantasiose da parte di Aiop e Aris, per la bellezza di 14 anni”.

La situazione vergognosa che si è determinata con il rifiuto delle controparti datoriali di sottoscrivere definitivamente, a fine luglio, il contratto nazionale della sanità privata – dopo la preintesa di giugno- ha portato alla proclamazione dello sciopero nazionale unitario del prossimo 16 settembre.Saremo con voi il 16 settembre, ma soprattutto siamo con voi ogni giorno, fino al rinnovo di questo contratto, e fino a quando ci sarà un contratto unico con le stesse garanzie e gli stessi riconoscimenti per chi fa lo stesso lavoro” ha affermato Biagetti. Anche il suo territorio, quello bresciano, è stato tra i più colpiti dal virus. “Il sistema ha retto solo grazie all’abnegazione e al sacrificio di tutti i lavoratori, che, nel caos di quei momenti, hanno saputo essere la faccia migliore della funzione pubblica che orgogliosamente rappresentiamo” rileva. Per lui la centralità del lavoratore e la riforma del sistema sono un imperativo. Da un lato valorizzazione professionale, formazione, riconoscimento economico e sociale, dall’altro il territorio che “deve diventare il livello d’azione privilegiato delle politiche sanitarie e sociosanitarie. C’è bisogno di un nuovo paradigma che poggi su quattro pilastri: la persona, la salute, la comunità, e le relazioni tra queste”. Con l’ospedale, sempre interfacciato al territorio, cui resti in carico “la parte che gli compete: l’acuzie e l’emergenza”.

“È tempo di passare all’azione” ha incalzato Barbieri, rispetto a una partita, quella dei medici di medicina generale, che si presenta “durissima, ma nessuno potrà dire che non ci abbiamo provato”. Anche i medici di base, con il Covid, sono finiti sotto i riflettori, non solo per i tanti professionisti deceduti a causa del virus, ma anche per un ruolo che dovrebbe essere riportato, secondo la Fp Cgil, sotto il Servizio Sanitario Nazionale. Questa categoria professionale sindacalmente è stata finora terreno delle corporazioni ed è sfidante, per un sindacato confederale, lavorare per recuperare in termini di rappresentanza. Questo, in sostanza, l’appello che Barbieri ha voluto lanciare all’assemblea, in una fase in cui, peraltro “si è aperta una breccia” e bisogna organizzarsi al meglio per “cogliere l’attimo”.

“Abbiamo un obiettivo fondamentale: trasformare la battaglia del diritto alla salute dei cittadini del nostro paese in una battaglia popolare, che riguarda tutte e tutti, non solo gli operatori” ha rimarcato Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil, nel chiudere l’assemblea. E lanciando un messaggio politico: investire nella sanità è fondamentale, “tornare a essere come prima della crisi sarebbe sbagliato”.

Il nuovo patto della Salute parte da quattro cardini: un modello organizzativo sulla presa in carico delle persone nell’arco della loro vita, dalla prevenzione alla cura e alla riabilitazione; il lavoro, con la ricomposizione della filiera lavorativa del diritto alla salute, un piano straordinario di assunzioni, le risorse adeguate per il rinnovo di tutti i contratti; un nuovo patto istituzionale tra Stato e Regioni per una vera universalità del diritto alla salute; un piano pluriennale di investimenti per l’innovazione tecnologica, di processo e clinica.

La Funzione Pubblica in questa battaglia culturale e politica è e sarà affiancata dalla sua Confederazione, come più volte evidenziato dalla segretaria Cgil nazionale Rossana Dettori partecipando all’assemblea. (ta)