La Fp Cgil, con la sua nuova campagna per le lavoratrici e i lavoratori della polizia penitenziaria, propone “punti di partenza per migliorare la vita e il lavoro nel carcere”
28 sett. – Dopo la campagna “Dentro a metà”, la Funzione Pubblica Cgil prosegue con “Stare bene dentro”, sempre con l’obiettivo di migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori della polizia penitenziaria nelle carcerie partendo da due dati di fondo: l’aumento di suicidi tra gli agenti (già 6 da inizio 2020) e l’aumento di lavoratrici (circa il 10%) in un settore da sempre a preminenza maschile.
Due dati di fondo diversi ma che pongono il tema del benessere lavorativo in uno degli ambienti più duri complessi, dove crescono anche le aggressioni al personale. Così la Fp Cgil nazionale, incontrando nei giorni scorsi il nuovo capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Bernardo Petralia, e il capo del personale, Massimo Parisi, ha presentato la campagna “Stare bene dentro”, auspicando che arrivino, dopo le proposte sindacali, quelle risposte attese da tempo per poter “vivere il carcere con dignità e diritti”.
Le proposte del sindacato vanno dall’assistenza psicologica all’adeguamento delle strutture e dei servizi, da progressioni di carriera paritarie alla tutela della genitorialità e alla formazione.
“Con il preoccupante aumentare dei casi di suicidio tra poliziotti penitenziari è necessario fornire assistenza psicologica gratuita ai lavoratori e alle lavoratrici – afferma Davide Viscardi, segretario Fp Cgil Lombardia -. Non è poi pensabile che le lavoratrici non abbiano spazi distinti dai colleghi: da docce, armadietti e spogliatoi ai servizi igienici e alle stanze per il pernottamento, occorrono interventi strutturali agli ambienti, nel rispetto delle differenze di genere. Sempre in nome di questo rispetto e per affermare i diritti collegati – continua il sindacalista –alle poliziotte penitenziarie vanno date pari opportunità di accesso ai ruoli di Ispettore e Sovrintendente, invece che riservare loro un magro mazzolino di posti (circa il 9%)”.
Come specificato nella piattaforma della Fp Cgil, pari opportunità significa anche, ad esempio, tutela delle lavoratrici madri, azioni positive, prevenzione e lotta alle molestie sessuali, rimborsi (anche parziali) delle rette per gli asili nido. “In generale la nostra azione di tutela riguarda sia le donne sia gli uomini, genitori di bambini fino a 6 anni di età, per cui chiediamo flessibilità oraria e di turni di lavoro – sottolinea Viscardi -. Chiediamo che, facendone richiesta, vengano esonerati dal turno notturno o dai turni continuativi nelle 24 ore sia i dipendenti monoparentali sia quelli con a carico una persona disabile. E che le lavoratrici madri (con bambini fino a 12 anni di età) vincitrici di un concorso interno possano frequentare il corso più vicino a casa”.
La formazione, altro punto della campagna. “La formazione è sempre una leva strategica e deve coinvolgere tutte le lavoratrici e i lavoratori. A partire dai temi delle pari opportunità che sono difficili da masticare in un ambiente ad alta densità maschile, e anche individuando percorsi ad hoc per favorire lo sviluppo professionale e di carriera delle lavoratrici”. (ta)