Comunicato stampa FP CGIL Lombardia
Milano, 6 ottobre 2020 – Dopo il fallimento, in Lombardia, della campagna vaccinale anti influenzale 2019-2020, quella per la prevenzione 2020-2021, a maggior ragione a fronte del Covid e alla necessità di distinguere tra malanni stagionali e contagi da nuovo virus, avrebbe dovuto dare maggiori rassicurazioni e certezze.
Così non pare, vista la confusione che si è determinata con i bandi di gara per acquistare i vaccini, come apprendiamo anche dalla stampa. Se è vero, da un lato, che quest’anno Regione Lombardia ha previsto nei bandi di gara più vaccini – poi verificheremo se, nei fatti, sarà proprio così –, dall’altro le gare non aggiudicate, sospese o andate deserte, intanto hanno fatto accumulare ritardi, oltre che portare l’azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti (Aria) a dover raddoppiare l’offerta d’ingaggio, dagli iniziali 4,5 euro per dose agli attuali 10 euro. Mentre il mercato va a esaurimento scorte.
Tra le regioni italiane, la Lombardia è quella che in assoluto vaccina meno la popolazione generale ed è tra le ultime nel vaccinare gli over 65. Lo abbiamo denunciato, dati del Ministero Salute-ISS alla mano, già lo scorso giugno con il nostro coordinatore regionale Fp Cgil Medici di Medicina Generale, Giorgio Barbieri.
“Regione Lombardia sostiene di voler aumentare dell’80% la copertura vaccinale ma poi vedremo se i medici riusciranno ad avere a disposizione almeno lo stesso numero di dosi dell’anno scorso – afferma Barbieri -. Il rischio vero e paradossale, quest’anno, è che per la situazione pasticciata i vaccini possano andare pure sprecati. Ogni Ats sta declinando in peggio le già pessime indicazioni di Regione ai medici di base di vaccinare solo gli ultra 65enni, demandando ai servizi di igiene e prevenzione le altre categorie previste: i soggetti con patologia, le professionalità a rischio (servizi di pubblica utilità) e gli ultra 60enni, come propone il Ministero della Salute. Nei distretti il rischio è che i vaccini avanzeranno perché non saranno in grado di usarli: i servizi territoriali, senza adeguato numero di personale, sono già al collasso. Riusciranno, senza rinforzi, a rispondere al flusso della cittadinanza? Poi c’è il fattore tempo. Se va bene, come medici di base partiremo a vaccinare con un mese di ritardo, mentre in altre regioni stanno per iniziare. Riusciremo a tutelare la salute delle persone per tempo, considerando anche che il distanziamento sociale anti Covid rallenterà le procedure?”.
Sui giornali leggiamo che sono 10 le gare finora svolte in Lombardia per acquistare i vaccini anti influenzali e sono 2,8 milioni le dosi finora ottenute. “Considerando tutte le categorie a rischio, la platea delle persone interessate si aggirerebbe sui 5 milioni. Non ci siamo – dichiarano Giorgio Barbieri e Manuela Vanoli, segretaria generale Fp Cgil Lombardia -. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico: Regione Lombardia avrebbe dovuto, questa volta, dare prova di lungimiranza e responsabilità, programmando per tempo e con le necessarie garanzie questa fondamentale campagna vaccinale. Non ci interessa la polemica – aggiungono i due dirigenti sindacali -. Ci interessa trovare soluzioni e chiediamo a Regione cosa intende fare, ora, per rispondere a uno dei mandati che ha, la cura e tutela della sua popolazione”.