9 Nov 2024
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Inail / Le speranze degli infermieri cococo

Ieri primo incontro tra Fp Cgil e lavoratrici e  lavoratori somministrati dell’istituto, assunti dopo lo scoppio della pandemia e a ridosso della scadenza contrattuale

4 nov. – Sono un centinaio in tutta Italia, infermiere e infermieri che la scorsa primavera, sotto l’urto della prima ondata pandemica, hanno risposto al bando della Protezione Civile per un contratto di collaborazione coordinata e continuativa con l’Inail fino al 31 dicembre 2020. Alcuni di loro, in vista della scadenza del contratto, si sono riuniti e hanno cercato la Fp Cgil che ieri sera ha organizzato un primo video incontro.

“Siamo qui per ascoltarvi e provare a impostare una strategia, come sindacato, rispetto alle vostre istanze” ha detto Antonella Trevisani, coordinatrice delle funzioni centrali per la Fp Cgil Lombardia.

Le lavoratrici e lavoratori somministrati vivono con angoscia le prospettive future, aggravate dalle incertezze di un momento difficile. Queste le tematiche poste: la proroga del contratto preferibilmente trasformandolo da cococo a tempo determinato o, diversamente, che nel contratto cococo siano previste tutele oggi assenti (infortuni, malattie, riposi); il timore che l’Inail ricorra a mobilità intercompartimentale per coprire la carenza di organico; informazioni sulle ipotesi di stabilizzazione degli idonei in graduatorie pubbliche di procedure assunzionali in altri enti come gli ospedali; possibilità di diventare lavoratori a tempo determinato grazie a un concorso pubblico (“che sono anni che non si bandisce”).

Altri punti toccati nei loro interventi sono la consapevolezza del loro ruolo a prescindere dall’emergenza sanitaria, viste le croniche carenze di organico in Inail; la richiesta di vedere tutelata la propria salute e sicurezza, visti i rischi professionali di contrarre il Covid; la richiesta di avere informazioni certe vista l’opacità e lo scaricabarile delle sedi locali dell’istituto che rimandano tutte alla direzione centrale.

Infermiere e infermieri lavorano negli ambulatori dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro, assistendo i cittadini, gestendone la cartella clinica, rispondendo anche alle loro richieste di informazioni sebbene di competenza amministrativa. C’è anche chi si sta occupando di malattie professionali. Vorrebbero continuare a lavorare in Inail. Un altro motivo è: “i colleghi di ruolo ci stanno formando, stanno investendo su di noi”. Al tempo stesso, tuttavia, queste e questi giovani si tormentano rispetto ad altre scelte possibili, sempre precarie ma con più tutele, come lavorare a tempo determinato negli ospedali o nelle Rsa.

La loro paura di non servire più passata l’emergenza è tale che per amaro, provocatorio paradosso sperano nel Covid.

“Abbiamo un’esperienza simile alla vostra, siamo entrati anche noi nella pubblica amministrazione  come lavoratori precari – afferma Trevisani, dipendente Inps, e riferendosi anche ad Alessio Mercanti, coordinatore nazionale Fp Cgil Inail, che sarà portavoce di questa causa -. Siamo qui per ragionare con voi, per ipotizzare un percorso che vede come obiettivo massimo la vostra stabilizzazione. Però questo percorso è fatto di tappe. Occorre essere consapevoli di questo. Siamo alla vigilia di un intervento normativo per la proroga del vostro contratto cococo a tutto il 2021. Noi non ci arrendiamo – aggiunge la sindacalista spiegando la complessità del mondo Pa e dei suoi faticosi vincoli burocratici ed economici – ma iniziamo un percorso che porti a trovare soluzioni, a partire dalle necessarie maggiori tutele, in primis quella della salute”.

Anche Mercanti riprende e sottolinea passaggi della collega coordinatrice e parla con franchezza ai giovani in riunione. “Attiveremo tutti i canali di interlocuzione possibili con l’Inail. In tutti gli spazi che l’ente dovesse aprire ci infileremo. Cercheremo anche di coinvolgere politicamente il Cda”.

La Fp Cgil, come spiega il sindacalista, ha già informalmente chiesto al tavolo nazionale un intervento per la proroga al 31 dicembre 2021 del contratto cococo. In merito potrebbero agire o la legge di bilancio o il decreto milleproroghe. “Per il passaggio a tempo determinato serve una procedura selettiva e al momento non è fattibile. Ma se ci fosse un veicolo normativo per voi, lo firmeremmo col sangue domattina: abbiamo una grossa necessità del vostro lavoro e della vostra professionalità, a maggior ragione visti i buchi in organico”.

Con questo primo incontro parte una nuova sfida per la Fp Cgil che cercherà l’alleanza anche delle altre categorie confederali, con le infermiere e gli infermieri che tra loro proveranno a fare lo stesso: “l’unità dei lavoratori è essenziale per il risultato, per essere forti per le richieste da fare” dicono. (ta)