Di seguito riportiamo la nota stampa di CGIL, CISL e UIL sulla Legge di Bilancio 2021
Nell’incontro svolto ieri sera (16 novembre) con il Presidente del Consiglio ed i Ministri dell’economia e
delle finanze, del lavoro e dello sviluppo economico abbiamo posto il tema di definire un nuovo metodo di dialogo costante nel tempo e fondato sul confronto preventivo all’assunzione delle decisioni.
Di fatto la Legge di Bilancio c’è stata presentata dopo l’approvazione nel Consiglio dei Ministri, a scelte quindi già fatte.
Le decisioni economiche, produttive, sociali che il nostro Paese e l’Europa sono chiamati a compiere per ridurre le diseguaglianze esistenti, creare lavoro stabile e in risposta alla grave crisi sanitaria ed ambientale che stiamo vivendo, richiedono il massimo di condivisione, di unità e di coesione sociale.
Per queste ragioni abbiamo indicato da tempo nella protezione e creazione di lavoro di qualità, nel rafforzamento del sistema sanitario utilizzando tutte risorse disponibili a partire da quelle europee e a partire dal Mes sanitario e nell’istruzione, le priorità che rappresentano in questa fase complessa leve importanti per lo sviluppo e la crescita del paese, oltre che una risposta agli effetti sociali ed economici che la crisi pandemica sta determinando.
La legge di bilancio si concentra sul sostegno e la difesa del nostro sistema produttivo e dei servizi e la protezione del lavoro anche recependo i positivi contenuti dell’accordo sulla proroga del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione e rende strutturale la nuova detrazione sul lavoro dipendente, dall’altro deve essere ulteriormente qualificata e migliorata. È necessario infatti – oltre che intervenire sui temi che l’emergenza pandemica sta determinando – porre la basi della ripresa e della rinascita del paese a partire dagli investimenti pubblici finalizzati allo sviluppo sostenibile.
Appaiono non sufficienti le risorse previste per una giusta riforma fiscale, in relazione ad un obiettivo di un modello fiscale complessivo, ben rimodulato, quale strumento di equità e di crescita, che riduca la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti e pensionati.
Allo stesso modo è necessario rafforzare la contrattazione pubblica e privata: ciò significa introdurre la defiscalizzazione degli aumenti contrattuali e incrementare in legge di bilancio le risorse finanziarie per i contratti pubblici, che allo stato valutiamo insufficienti per un rinnovo dignitoso e capace di avviare una reale riforma e digitalizzazione della pubblica amministrazione. I settori pubblici soprattutto in questa fase devono essere rafforzati per contrastare il progressivo impoverimento a cui negli anni che abbiamo alle spalle sono stati sottoposti, per questa ragione, appare non più rinviabile, un piano di assunzioni che consenta soprattutto nei settori più esposti – sanità e istruzione e servizi educativi in
particolare – di rispondere agli effetti più pesanti dell’emergenza sanitaria e sociale.
Sul lavoro ribadiamo la volontà di continuare a confrontarci sul tema del cambiamento della riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive: occorre rapidamente raggiungere una sintesi in relazione sia agli effetti della pandemia che in relazione alle profonde trasformazioni che il mercato del lavoro sta attraversando. Ma per fare ciò, è necessario che già nella legge di bilancio siano collocate maggiori risorse per questo obiettivo, a partire dal rafforzamento dei Contratti di Solidarietà, dal prolungamento della Naspi, potenziamento dei centri per l’impiego e politiche attive del lavoro che giudichiamo non sufficienti, comprese le necessarie tutele ai lavoratori più fragili.
La Legge di Bilancio recepisce solo in parte le proposte emerse nel confronto tra il Governo e i Sindacati sulla previdenza. Ed in particolare vanno rafforzati Ape sociale, isopensione, quattordicesima e va individuata una soluzione definitiva per gli esodati.
Riteniamo inoltre inaccettabile che ancora una volta manchino in legge di bilancio le risorse e il quadro di riferimento per affrontare il tema della non autosufficienza che ha impatti pesanti nella condizione materiale delle famiglie e delle donne in particolare.
Infine, riscontriamo nella legge di bilancio l’assenza di un disegno sistemico per una nuova politica industriale e dello sviluppo collocata in un quadro che possa rispondere in modo coordinato alle sfide che il paese ha di fronte: si conferma infatti la scelta di utilizzare lo strumento dell’incentivazione e della decontribuzione senza definire le necessarie condizionalità a partire dall’applicazione dei CCNL e dal contrasto alla precarietà e la necessaria cornice che sappia indirizzare le risorse ai settori strategici e a quelli più in crisi.
Su questi punti chiediamo al Governo di assumere impegni precisi, pienamente disponibili ad affrontare con responsabilità così come accaduto nella fase più difficile della pandemia, le singole partite. Ma vanno date risposte che consentano oggi di fare, tutti insieme, passi avanti nell’interesse collettivo del Paese.
Così come chiediamo con urgenza di aprire un confronto sulle priorità delle risorse di Next generation EU che riteniamo decisive per la ripartenza e per avviare una pagina e una stagione nuova improntata ad un modello di sviluppo che sappia dare le risposte alle tante disuguaglianze di genere, territoriali e sociali del nostro paese, che sappia cogliere le sfide dell’innovazione e della riconversione ecologica e che determini le condizioni per creare occupazione e benessere.
fonte: http://www.cgil.it