A
S.E.R. Gervasoni Mons. Maurizio
Vescovo delegato per i problemi sociali e il lavoro
E pc
S.E.R Delpini Mons. Mario
Arcivescovo Metropolita di Milano
Don Massimo Angelelli
Ufficio Pastorale per la salute
Conferenza Episcopale Italiana
Eccellenza Reverendissima,
Siamo ad aggiornarla riguardo alla situazione contrattuale dell’Associazione La Nostra Famiglia, perchè Lei stesso riconosceva nella Sua risposta alla nostra missiva le importanti e profonde ripercussioni che questa vicenda avrà sul territorio lombardo.
Ebbene, purtroppo siamo di nuovo a rivolgerci a Sua Eccellenza.
E‘ difficile spiegare in poche righe il senso di amarezza, dolore profondo e rabbia che pervade i cuori dei dipendenti de La Nostra Famiglia dopo l’ennesimo tentativo accordo nella cui possibilità abbiamo creduto, purtroppo con malriposta speranza, nella volontà della Associazione di addivenire a un accordo che da parte nostra richiedeva il vincolo minimo e ci permetta, giusto, del mantenimento del contratto nazionale della sanità privata
Al penultimo incontro del 17.11.2020 fra le parti, era stata accordata l’ennesima dilazione di tempo all’azienda esclusivamente con il vincolo di cui sopra e avrebbe visto da parte nostra l’impegno a contemperare le esigenze di sostenibilità-rilancio aziendali ed il riconoscimento di un “giusto” contratto per tutti i lavoratori per la loro professionalità e dedizione, mancato dopo una paziente attesa di 14 anni.
Ora, nonostante questa nostra disponibilità, La Nostra Famiglia ha proclamato unilateralmente di continuare a percorrere la strada della “divisione”, creando lavoratori di serie A (circa 400) e lavoratori di serie B (circa 1600), lasciamo a Lei immaginare quali saranno le penose ricadute che questa decisione porterà nei confronti della dirigenza e soprattutto, negli ambienti di lavoro, fra colleghi che lavorando fianco a fianco percepiranno salari diversi, pensi ad esempio che uno psicologo o un infermiere (professioni che richiedono a carico del lavoratore, assicurazione, formazione, iscrizione ad un albo) percepirà un salario netto inferiore ai 1200 euro netti al mese, pensiamo anche a quei lavoratori che col nuovo contratto percepiranno meno di mille euro al mese, tutto ciò umanamente e sindacalmente è inaccettabile.
Sappiamo che gli operatori dell’Associazione da sempre sono un porto sicuro per tutti quei genitori che stanno vivendo una situazione delicata per la salute dei loro figli, gli operatori della Nostra Famiglia piangono con loro quando qualcosa va male, ridono con loro quando tutto volge al meglio, vivere la fragilità come fanno questi operatori richiede serenità, perchè ogni lavoratrice e ogni lavoratore dell’associazione ha due famiglie, che tratta allo stesso modo, è ora che la famiglia “adottiva” riconosca quel bene che sono i dipendenti, e che tratti tutti i “figli” allo stesso modo.
Non lasciamo che tutto questo vada perduto.
Immensamente riconoscenti per la risposta e per l’ascolto,
Catello Tramparulo – FP CGIL Lecco, Franca Bodega – CISL FP Monza Brianza, Vincenzo Falanga – UIL FPL del Lario