Né eroi né garantiti ma Lavoratrici e Lavoratori del Settore Pubblico.
Siamo stati in prima linea nella sanità, nell’assistenza sociale, nei servizi educativi, nei servizi di prossimità al cittadino.
Abbiamo rischiato la vita per salvare vite, abbiamo lavorate anche durante i lockdown per garantire servizi.
La pandemia ci ha fatto vedere quanto è importante avere sufficiente personale e investimenti nel settore pubblico: salute, istruzione, assistenza sociale, sicurezza, servizi di comunità.
190 mila precari chiedono la stabilizzazione, 500mila sono i posti di lavoro che possono affiancare i lavoratori pubblici portando nuove competenze per migliorare i servizi per tutti. Chiediamo un piano straordinario di assunzioni e stabilizzazioni.
Ci ammaliamo di Covid con più frequenza perché siamo più esposti ma spesso meno protetti. Chiediamo aggiornamento dei protocolli sicurezza, maggiore prevenzione e di innalzare il livello dei dispositivi di protezione individuale.
Questa è l’ultima legge di bilancio del triennio contrattuale 19/21 e quindi, se non ci saranno cambiamenti o accordi che intervengono, i dipendenti pubblici dovranno rinunciare alla riforma del loro sistema professionale, rischiano di perdere dalla retribuzione l’elemento perequativo e qualsiasi possibilità di valorizzazione economica e professionale, nessun investimento nelle competenze. Chiediamo contratti innovativi e dignitosi per tutti dipendenti pubblici: degli enti locali, della sanità, delle amministrazioni centrali, del comparto del soccorso, sicurezza e difesa.
Vogliamo investimenti nella qualità e nell’innovazione delle Pubbliche Amministrazioni per potenziare e garantire migliori servizi ai cittadini.
Prendiamoci cura di chi, con il proprio lavoro, è al servizio dei cittadini. Non ricordiamoci dei lavoratori pubblici solo nelle emergenze, ma riconosciamo il loro lavoro Sempre.
Scioperiamo il 9 dicembre nei servizi pubblici, non per noi ma per i diritti di tutti. Chiediamo che il Governo ci ascolti.
Sostieni le ragioni della Mobilitazione, Firma la petizione.
fonte: https://www.fpcgil.it