La Giunta comunale con delibera 175/2020 fissa in 6 ore il lavoro in presenza negli uffici, con le ore rimanenti da svolgere da remoto. Ma ci sono trasgressioni alla regola e la Rsu, con il suo coordinatore e delegato Fp Cgil Salami, solleva il problema
11 dic. – “Quello che facciamo non è smart working, benché sia diventato usuale chiamarlo così, in quanto lo stesso ha due caratteristiche fondamentali qui assolutamente mancanti: la volontarietà e l’assenza di vincoli orari. Non vorremmo che siano le uniche caratteristiche a cui è consentito derogare: farebbe pensare che solo le regole a vantaggio datoriale siano ‘aggirabili’”. Giorgio Salami, coordinatore Rsu e delegato Fp Cgil, ha scritto all’amministrazione comunale di Cremona in merito a un tema che ha messo fuori le spine con il Covid e su cui i sindacati, a partire dal livello nazionale, chiedono regolamentazione contrattuale: il lavoro agile.
“Nei nostri uffici si stanno verificando una serie di ‘sforamenti’ alle disposizioni dell’amministrazione sulle 6 ore di lavoro che i dipendenti (esclusi dirigenti e posizioni organizzative) devono svolgere in presenza. Per questo ho chiesto il report con i dati aggregati delle timbrature di tutto il personale” racconta Salami.
In che senso ci sarebbero sforamenti? “Ci sono alcune lavoratrici e lavoratori che sono ‘invitati’ a fare il pomeriggio in barba alla delibera di Giunta del 6 novembre scorso, tarata, appunto, sulle 6 ore lavorative visto che non è possibile usufruire del pranzo con i locali chiusi dalle norme anti Covid”.
Hai avuto il report? “Sì e, come ho risposto all’amministrazione, i dati forniti mostrano quanto le dimensioni del fenomeno siano ben più ampie di quanto pensassimo – commenta il sindacalista -. Nel report i dirigenti per 617 volte hanno chiesto la presenza di almeno 7 ore lavorative per alcune attività indifferibili, quindi con l’obbligo della pausa mensa. Ma nessuno si è preoccupato del loro pranzo”.
Quindi? “Stiamo chiedendo all’amministrazione come pensa di risolvere la questione, ma al momento sembra che non lo ritenga un suo problema. Poi sarà interessante anche capire perché alcuni più di altri abbiano difficoltà a ‘perdere’ due ore di presenza e spostarle in remoto, ma questa è la solita ‘questione organizzativa’ che le amministrazioni faticano ad analizzare ed ammodernare, in particolare in quei settori dove il dirigente ha un’alfabetizzazione informatica limitata“. (ta)