28 Mar 2024
HomePubblicazioneLa Nostra Famiglia e la strada maestra, smarrita

La Nostra Famiglia e la strada maestra, smarrita

Lettera aperta dei sindacati che raccontano la storia vera di una vertenza passata alle vie legali. Concil (Fp Cgil Lecco): chiediamo un intervento di Regione Lombardia

11 dic. – “Con immensa tristezza PIANGIAMO LA NOSTRA FAMIGLIA venuta a mancare il 10 dicembre 2020. NON FIORI MA VERTENZE LEGALI. I funerali si terranno nel 2021 nelle aule di tribunale di 6 regioni italiane. Cerimonie a suffragio si terranno presso la Suprema Corte di Cassazione”. Così un post su Facebook lanciato ieri sulla pagina della Rsu de La Nostra Famiglia.

Il sarcasmo delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ente porta dentro delusione, rabbia e amarezza per una vicenda che è partita quest’anno, alle prime avvisaglie che il contratto della sanità privata, bloccato per 14 anni, sarebbe stato rinnovato.

Nei giorni scorsi Fp Cgil – Cisl Fp – Uil Fpl nazionali hanno scritto una lettera aperta per raccontare “la storia per quella che è realmente e non quella che l’Associazione vuole far credere ai  pazienti e alle loro famiglie”.

Ai circa 2000 dipendenti lo scorso 27 gennaio l’ente comunica che dal 1° febbraio sarà applicato il contratto Aris delle residenze sanitarie e centri di riabilitazione, “esattamente 13 giorni dopo che nel corso della trattativa erano stati concordati gli aumenti contrattuali da riconoscere ai lavoratori” al rinnovo del contratto finora applicato.

Da lì parte una mobilitazione che ancora non si è fermata. La Nostra Famiglia in una prima fase sospende la decisione. Ma i sindacati, dopo diversi incontri, capiscono che “gli errori gestionali che hanno portato alle perdite annuali rimangono e continueranno a rimanere lì, producendo perdite senza nessuna volontà di cambiare” e di cui, soprattutto, pagano il prezzo le lavoratrici e i lavoratori. Tra le perdite, vedi quelle dei centri di formazione professionale pari a 1,2 milioni di euro “che non vengono da tempo discussi e ricontrattati con le Regioni”.

L’ente rifiuta di confrontarsi con i sindacati su “un vero piano industriale”, dice di voler verificare (e non lo fa) con le Regioni se rientra nella copertura del 50% prevista per il nuovo ccnl della sanità privata e si trincera dietro l’attività di riabilitazione erogata per giustificare l’intento del cambio contrattuale. I sindacati si oppongono a questa classificazione: La Nostra Famiglia è nota a livello internazionale per il livello della riabilitazione, cura e ricerca  nell’ambito dell’età evolutiva.

L’8 ottobre viene firmato il contratto della sanità privata. Nemmeno un mese dopo, il 6 novembre, la proprietà dell’Associazione, le Piccole Apostole della Carità, comunica lo spacchettamento: restano con il contratto rinnovato circa 400 dipendenti, per gli altri 1600 circa si conferma, unilateralmente, il passaggio al ccnl Aris Rsa e Cdr.

Sindacati e Rsu decidono di tenere comunque la “porta aperta alla ricerca di una soluzione” ma, gira che ti rigira, quella porta è un muro. La Nostra Famiglia nega pure la differenza qualitativa portata dal rinnovo del ccnl della sanità privata in termini di “riallineamento economico delle retribuzioni a quelle del servizio sanitario nazionale” e di “nuovi articoli contrattuali che riconoscono diritti e valorizzano il personale da un punto di vista sia professionale che economico”.

Così la lotta passa alle vie legali e chiedendo alle Regioni di verificare la corretta applicazione dei contratti.
Le Piccole Apostole della Carità hanno perso “la strada maestra” – scrivono i sindacati – quando “sarebbe stato possibile continuare a far fiorire sensibilità e professionalità, preservando il capitale umano che ha permesso di assistere i 25.000 piccoli pazienti”.

Nell’ambito dello sciopero unitario dei servizi pubblici del 9 dicembre – cui tutta la Rsu dell’Associazione ha espresso solidarietà – Flavio Concil, segretario Fp Cgil Lecco, non ha rinunciato a un nuovo appello. Solo nel territorio lecchese l’Associazione ha 700 dipendenti “che da 14 anni non vedono rinnovato il loro diritto a un giusto contratto. Non possono contare sul nuovo tabellare, sulle ferie solidali – afferma -. Chiediamo che Regione Lombardia si occupi di questi lavoratori, di quello che è il giusto rinnovo contrattuale per tutti. Forse dobbiamo anche iniziare a dirci – aggiunge – che dobbiamo parlare di sistema sanitario nazionale e che è inutile balcanizzare su 20 fronti regionali la sanità di questo paese, diritto dell’individuo e del cittadino”. (ta)