Fp Cgil – Cisl Fp e Uil Fpl in video collegamento sono state informate sui primi passi della campagna vaccinale contro la SARS-CoV-2
17 dic. – L’avviso pubblico per reclutare su tutto il territorio nazionale, 3000 medici e 12000 infermieri a tempo determinato per la campagna vaccinazioni Covid-19, è stato emanato ieri dal Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri.
In merito Regione Lombardia, al video incontro di due giorni fa con i sindacati, ha già anticipato che queste risorse umane non saranno destinate alle strutture sanitarie prima della fine di gennaio 2021.
Come sarà organizzato il piano vaccinale in Lombardia? “Lo abbiamo chiesto a Regione, anche rispetto a quali lavoratrici e lavoratori sono necessari. Ci ha risposto che l’organizzazione sarà in capo alle singole Ats e Asst e per questo dai nostri livelli territoriali partiranno ora richieste di incontri urgenti sulle procedure da attivare, anche nelle Rsa – racconta Gilberto Creston, segretario Fp Cgil Lombardia -. Siamo stati informati che si prevedono 1 medico e 1 infermiere per vaccinare nelle residenze sanitarie assistenziali. Mentre per le aziende sanitarie si prevedono equipe con 1 medico, 4 infermieri, 2 operatori socio sanitari e personale amministrativo”.
I vaccini come saranno somministrati? “Le vaccinazioni partiranno al massimo entro il 15 gennaio 2021 e l’obiettivo di Regione è quello di coprire tutta la popolazione entro 15-18 mesi. I primi a essere vaccinati, su base volontaria, saranno le lavoratrici e i lavoratori della sanità e delle Rsa. Le vaccinazioni saranno due, a distanza di 21 giorni, con una tolleranza di 2 giorni”.
Dove? “In 65ospedali ‘hub’ (cioè quelli che assistono i pazienti più gravi), scelti tra pubblico e privato, con caratteristiche idonee per somministrare i vaccini, ad esempio la separazione dei percorsi di entrata e uscita, locali per monitorare le persone vaccinate, frigoriferi con temperatura a -75 gradi per conservare le dosi. Accanto a queste strutture, cioè a 30-60 minuti di distanza, saranno individuati altri ospedali, quelli ‘spoke’ (sono quelli che gestiscono i pazienti Covid in stato meno critico)”. (ta)