26 Apr 2024
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Fondazione Don Gnocchi: due accordi legati al Covid-19

Indennità specifica malattie infettive e premialità prima fase emergenza sanitaria sono l’oggetto delle due intese, “una sul solco dell’altra” afferma Davide Farano, in delegazione trattante per Fp Cgil Lombardia

15 gen. – “Crediamo sia fondamentale che una realtà come la Don Gnocchi abbia riconosciuto alle lavoratrici e ai lavoratori il grande impegno speso in questa pandemia e lo abbia fatto attraverso un percorso condiviso con le organizzazioni sindacali. Va ricordato che la Fondazione, eccetto che negli Irccs, è uscita dal contratto nazionale della sanità privata, applicando ai suoi dipendenti il contratto Aris Rsa, con un accordo che ha chiesto molti sacrifici alle lavoratrici e ai lavoratori”. Davide Farano, Fp Cgil Varese, ha partecipato come delegato lombardo alle trattative che i sindacati nazionali hanno avuto con la Fondazione Don Gnocchi e che hanno portato il 10 dicembre e il 12 gennaio scorsi a riconoscere, alla luce dell’emergenza sanitaria, rispettivamente l’indennità specifica malattie infettive e una premialità Covid.

L’accordo sull’indennità di malattie infettive emergenza Covid-19 si applica alle 11 strutture della Fondazione che hanno avuto persone contagiate dal virus, per un arco temporale che comprende la prima fase pandemica.

Al personale sanitario (infermieri, terapisti della riabilitazione, educatori, psicologi) che ha gestito i reparti Covid sono stati assegnati 6,20 euro “per ogni turno effettivamente lavorato”. Al personale assistenziale (Oss, Asa, Osa) gli euro “riconosciuti in un’unica soluzione con le competenze del mese di dicembre 2020” sono 4,20.

“Questo accordo ha superato le cifre del contratto della sanità privata e assicurato uno stesso riconoscimento anche alle lavoratrici e ai lavoratori con il contratto Aris Rsa, è stata insomma trovata una misura uniformante” sottolinea Farano.

Per quanto concerne il premio Covid, l’intesa coinvolge tutte le strutture della Fondazione (oltre 30) e gli oltre 3600 dipendenti, sia chi in effettivo servizio dal 1 marzo al 31 maggio 2020, a prescindere dal tipo di pazienti seguiti, sia chi, dal 1° aprile al 30 giugno 2020, ha svolto attività di teleriabilitazione, consulenza e teleassistenza in presenza o in telelavoro.

“Sono state previste due famiglie di aggregazione delle risorse, A (diretto contatto con i pazienti e i parenti) e B (funzioni di supporto ma non a diretto contatto con pazienti e parenti), e due fasce economiche – spiega Farano -. La fascia 1 per chi ha lavorato da 10 a 19 giorni nell’arco temporale marzo-maggio indicato. La fascia 2 per chi, nello stesso periodo, ha superato le 19 giornate di presenza. A seconda della famiglia e della fascia economica cui rientrano le lavoratrici e i lavoratori, le cifre vanno da 600 euro a 150”.

I segretari nazionali di Fp Cgil-Cisl Fp-Uil Fpl, Barbara Francavilla, Marianna Ferruzzi e Rossella Buccarello, informano che “l’importo fino a € 250 sarà corrisposto mediante buoni spesa, così da rendere pienamente sfruttabile l’intero importo, mentre gli importi superiori saranno erogati in premi economici. La norma fiscale in vigore non consente, allo stato attuale, di superare il tetto dei €250 in buoni spesa – aggiungono -; qualora intervenissero delle modifiche legislative prima che avvenga materialmente l’erogazione, le parti si sono impegnate a rincontrarsi per valutare eventuali modifiche. Sia i buoni spesa che i premi economici verranno erogati con le competenze del mese di marzo 2021”. (ta)