Al Sindaco della Città di Brescia Dott. Emilio Del Bono
Alla delegazione trattante di parte pubblica
Oggetto: gestione della pandemia nel comparto educativo comunale 0/6
La pandemia ha nuovamente imposto uno stop ai servizi educativi evidenziando come l’insufficiente rigore proposto dalle autorità abbia portato ad una situazione di maggiore diffusione del virus.
Pur comprendendo le difficoltà delle famiglie a trovare soluzioni adeguate per soddisfare i bisogni dei loro figli, riteniamo doveroso denunciare la fatica e le difficoltà nello svolgimento delle proprie mansioni in un servizio che si e svolto totalmente in presenza con innumerevoli disagi e rischi.
Più volte le lavoratrici e gli RLS hanno evidenziato l’esigenza di un sistema di riammissione più controllato, soprattutto dopo un allontanamento per motivi di salute, necessariamente supportato da una certificazione medica o da un esito di negatività. Spesso tale procedura viene sostituita da una semplice autocertificazione dei genitori che, a nostro avviso, non garantisce la salute del bambino, dei genitori e della società.
Un ulteriore problema è dato dal numero dei bambini, che in alcune realtà scolastiche si presenta elevato e compresso in sezioni poco spaziose, tanto da non consentire il minimo distanziamento necessario.
A tal proposito la Rsu chiede che per il prossimo anno scolastico, data la flessione a ribasso delle iscrizioni, nelle nostre scuole, venga mantenuto l’attuale numero di sezioni, evitando la chiusura delle scuole Valotti e Sant’Eustacchio. Questo consentirebbe di poter svolgere attività educativa con maggiori tutele rispettando un rapporto numerico insegnante/bambino ridotto.
La continua turnazione del personale docente e degli educatori nelle bolle più volte denunciata, ha esposto il personale al pericolo di contrarre il virus con i rischi che ne derivano, considerando che in tale settore molte lavoratrici hanno oltre i 50 anni di età con anche spesso genitori anziani da accudire.
Sul fronte dei vaccini alcune regioni hanno già predisposto il piano vaccinale per tutto il personale educativo/scolastico; ad oggi, la nostra regione non ha ancora avviato e nemmeno ipotizzato un progetto d’intervento per questo personale che si trova a operare con soggetti privi di dispositivi e con gruppi numerosi.
Ora ci troviamo di fronte all’esigenza di sostenere le famiglie nell’accudire i loro figli, ma anche di salvaguardare una categoria di lavoratori esposti ad un rischio concreto ed attuale, sempre più evidente.
Ad oggi evidenziamo anche che nel nostro settore non si dispone, dopo un anno di sollecitazioni, una piattaforma che consenta ai docenti e agli educatori la didattica a distanza come prevista dal ministero. Il nostro personale sta usando da circa un anno i proprio mezzi informatici e le proprie rudimentali conoscenze per rimanere vicini alle famiglie e ai bambini.
Chiediamo con urgenza che le autorità locali, la dirigenza, ATS, assumano tutte le iniziative indispensabili affinché il personale sia posto in una dimensione di sicurezza prevedendo la vaccinazione e che quindi, si possa riprendere l’attività in presenza quanto prima, in particolare si richiede che vi possa essere una corsia preferenziale per quelle lavoratrici che, nei prossimi giorni, saranno chiamate in presenza nei plessi scolastici per garantire la parziale riapertura dei servizi educativi.
Ribadiamo la nostra disponibilità a collaborare perché si possa avviare un confronto per stendere un progetto di sostegno alle famiglie in difficoltà e per accelerare la ripresa in sicurezza. Le insegnanti, le educatrici e i genitori sono tutti sulla stessa barca.
L’esecutivo della RSU