Gilberto Creston (Fp Cgil Lombardia): piattaforma unitaria apprezzata, in particolare su revisione ordinamento professionale
9 mar. – L’arrivo della pandemia, un anno fa, ha bloccato l’iter delle piattaforme elaborate da Cgil Cisl Uil di categoria per il rinnovo dei contratti 2019-2021 nelle pubbliche amministrazioni. “Stavamo iniziando, anche nella nostra regione, il percorso di consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori quando è scoppiato il primo caso Covid. Il mondo ne è stato sconvolto. Quanto programmato è stato ribaltato, le assemblee sono state sospese” ricorda Gilberto Creston, segretario Fp Cgil Lombardia.
Nelle scorse settimane le assemblee sono però ripartite, con il rilancio della mobilitazione ‘Rinnoviamo la Pa’. “È necessario confrontarsi con il governo. La legge di bilancio, dove vengono previste le somme destinate al rinnovo, nel frattempo è stata approvata. Il percorso assembleare ora è più complicato, visto che è pressoché impossibile organizzare riunioni in presenza. Determinati al confronto, le stiamo tenendo in video collegamento. Il riscontro sulla piattaforma della sanità pubblica, uno dei comparti che seguo, è positivo, la piattaforma è apprezzata in particolare rispetto alla revisione dell’ordinamento professionale”.
Ce ne riassumi i punti salienti? “Le richieste di carattere economico sono il punto di partenza. Il rinnovo deve tutelare il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità pubblica, valorizzare le professionalità, le performance, la partecipazione agli obiettivi di questo fondamentale comparto – risponde Creston -. Chiediamo che gli incrementi economici non siano inferiori a quelli dello scorso triennio che, ricordiamolo, è stato rinnovato dopo anni di blocco della contrattazione, anche integrativa, a causa della crisi economica del 2008-2009. Chiediamo di consolidare all’interno dei tabellari l’indennità di vacanza contrattuale e, soprattutto, l’elemento perequativo, istituto che era stato previsto per evitare le distorsioni conseguenti al bonus Renzi. Queste due voci devono essere inglobate nei nuovi tabellari per non rischiare il decremento, invece che l’incremento, delle retribuzioni”.
A questa partita, il dirigente sindacale aggiunge un “secondo capitolo: la riforma dell’ordinamento professionale, su cui si erano cercati risultati già nello scorso rinnovo. Allora, fu condiviso con Aran e il Governo di istituire una Commissione paritetica nazionale per delineare appunto un nuovo inquadramento che superasse quello attuale di categorie e fasce economiche che non è più valido e utile a un riconoscimento reale dell’evoluzione delle professionalità”. La riforma, spiega Creston, si basa sulla sostituzione delle categorie con tre aree professionali, una di base, una intermedia e una apicale, entro cui si collocano una serie di posizioni legate alla crescita professionale, al riconoscimento di nuove professionalità, competenze e funzioni.
“Accanto a questo, occorre riconoscere il valore dell’esperienza professionale acquisita, cioè competenze, capacità, modalità lavorative più efficaci, che si acquisiscono con l’anzianità lavorativa. Da qui la proposta di un salario di esperienza. Va precisato – continua – che quanto acquisito in termini economici non va messo in discussione ma va riportato dentro il nuovo sistema di classificazione”.
Altri punti? “Nella piattaforma chiediamo la rivalutazione del sistema indennitario, il potenziamento della contrattazione integrativa e di secondo livello, la valutazione delle performance e l’incremento della produttività aziendale. Affrontiamo temi come quello di tener conto dell’invecchiamento del personale e della conseguente necessità di favorire percorsi lavorativi adeguati, il rafforzamento della formazione, il tema della tassa di iscrizione all’ordine a carico delle aziende. Naturalmente centrale per noi resta il tema della salute e sicurezza, che ha acquisito un’attenzione ancora più elevata dopo lo scoppio della pandemia – afferma Creston -. Si è pagato, nei primi mesi, l’assenza di un piano pandemico aggiornato, l’assenza di dispositivi di protezione, l’assenza di un’organizzazione capace di rispondere prontamente all’emergenza. Moltissimi operatori sanitari sono stati colpiti in servizio dal Covid, numerosi sono stati i decessi tra loro, purtroppo. La tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sarà materia declinata nei percorsi di contrattazione nazionale e integrativa”.
Torniamo alle risorse economiche. “Primo scoglio da superare è la verifica rispetto alla congruità delle risorse previste nella legge di bilancio che non sono sufficienti rispetto agli obiettivi posti come organizzazioni sindacali. Un secondo nodo cruciale è se e come le risorse europee in arrivo possano essere destinate a migliorare il lavoro della pubblica amministrazione, a partire dalla sanità. Poter utilizzare una parte di quei finanziamenti porterebbe a risultati importantissimi per la salute di tutta la popolazione. Investire nel miglioramento del servizio sanitario nazionale, delle strutture e sul personale, produrrebbe una maggiore qualità delle prestazioni erogate. All’interno di questo percorso ci sono collegamenti importanti con la fase del rinnovo contrattuale” chiude Creston. (ta)