Il segretario Oliverio, al tavolo tecnico, chiede di mettere in campo “tutto ciò che serve : risorse e modifiche normative”. Per questo, ipotizzare il 30 giugno come data che chiude il confronto “è del tutto inconcludente, non utile”
28 apr. 2021 – Si è aperto con un tavolo tecnico l’iter per rinnovare il contratto 2019/2021 del comparto Sicurezza e Difesa. Nel suo intervento Florindo Oliverio, segretario Fp Cgil nazionale, ha messo in chiaro come il prossimo 30 giugno, data ipotizzata dalla parte pubblica per chiudere la trattativa, sia “non utile. Noi abbiamo necessità di avere risorse aggiuntive per evitare di ripetere il contratto 16/18 – afferma -. Oggi, se dovessimo fare i conti con le risorse che derivano dal fondo contrattuale (3 miliardi e 775 milioni), saremmo costretti ancora una volta a rinviare una serie di altre determinazioni”. Ma la Fp Cgil, puntando a un contratto definito “nella sua interezza”, non ci sta e fa l’istanza precisa, per “il buon esito del negoziato”, di mettere in campo “tutto ciò che serve: risorse e modifiche normative – sottolinea Oliverio -. Abbiamo bisogno di intrecciare il tempo del contratto con il tempo dell’individuazione delle nuove risorse, attraverso il Recovery Plan, attraverso la legge di bilancio del 2022, ma anche lavorando di concerto con la parte pubblica perché il governo, nei primi atti legislativi utili, possa introdurre quelle modifiche normative che ci permettano di traguardare nel contratto le soluzioni più idonee su previdenza complementare, coperture assicurative e quant’altro”.
Il sindacato rivendica un giusto contratto per le lavoratrici e i lavoratori della Polizia Penitenziaria. Sul fronte normativo, vanno adeguati i loro “diritti individuali di cittadinanza”, affrontando temi quali genitorialità, formazione, diritto allo studio, riposo e ferie solidali, congedi per violenze di genere, diritti per le unioni civili come ci sono per i coniugi, più tutele per le gravi patologie, aggiornando “tutto il capitolo delle malattie alla luce della pandemia e anche di congedi dedicati a queste forme virali di grande drammaticità” dice Oliverio, parlando anche di orario di lavoro, sistema delle relazioni sindacali e libertà sindacali. Di “come riconosciamo e tuteliamo il lavoro sindacale”.
Per quanto riguarda la partita economica, vanno riviste le indennità “ai servizi esterni, per la presenza notturna”, vanno riconsiderati i trattamenti di missione “e anche il trattamento legato al trasferimento quando non c’è, per esempio, la disponibilità degli alloggi” per la polizia penitenziaria. Altri capitoli sono il buono pasto, il lavoro straordinario. “Nel nuovo contratto dobbiamo definire con chiarezza la struttura della retribuzione di queste lavoratrici e lavoratori in divisa”, per individuare “le voci retributive che si prendono a base di calcolo per definire la paga oraria e definire per il compenso straordinario le aliquote percentuali di maggiorazione della paga oraria. E qui avanzo immediatamente una proposta – incalza il sindacalista -: noi dobbiamo andare in chiaro sul fatto che l’indennità pensionabile è parte della retribuzione tabellare a tutti gli effetti”.
A queste materie si affiancano temi nuovi, come il lavoro agile, e temi intramontabili come quello della salute e sicurezza. “Bisogna capire come insieme mettiamo nel contratto strumenti utili a prevenire il fenomeno dei suicidi, per esempio” indica Oliverio. Altri punti affrontati sono la parità di genere (“È inconcepibile che ci siano lavori prettamente maschili. Abbiamo necessità di mettere mano a percorsi di carriera che tutelino e riconoscano il valore del lavoro svolto dalle donne in divisa”), il fondo di previdenza complementare Perseo Sirio, la copertura assicurativa, per cui l’Inail dovrebbe diventare il “soggetto unificante del mondo del lavoro pubblico”. (ta)