19 Apr 2024
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La Nostra Famiglia e le dimissioni di Chiara

Storia di un contratto a part-time

21 mag. 2021 – “Mi sono sentita tradita da un Ente che dovrebbe tutelare la FAMIGLIA e da delle persone con cui ho lavorato PER ANNI e che hanno potuto constatare la passione, la professionalità e la serietà che quotidianamente ho dimostrato”. Chiara per 13 anni è stata logopedista per l’Associazione La Nostra Famiglia. È stata, perché ha dovuto dare le dimissioni.

Lei stessa ne rivela il motivo nella lettera di saluto a colleghe e colleghi che è stata postata nei giorni scorsi sulla pagina Facebook della Rsu dell’Associazione di Bosisio, Ponte Lambro e Lecco. Una lettera che denuncia il cambio di passo dell’Associazione, di proprietà dell’Istituto Secolare delle Piccole Apostole della Carità, da quando ha adottato “una nuova mentalità aziendalista”. Per cui si può dire “fuori uno dentro un altro” in ragione di una contabilità che guarda alle “condizioni economicamente vantaggiose per l’Ente e svantaggiose per il lavoratore”, ritenuto un mero numero.

Una situazione che conoscono bene i dipendenti, dopo il voltafaccia operato dall’Associazione che li ha divisi contrattualmente passando la maggioranza sotto il contratto Aris Rsa-Cdr e gli altri al legittimo contratto della sanità privata, rinnovato dopo un’attesa di 14 anni.

Ma cosa è successo a Chiara? Intanto va precisato che la lavoratrice dal 2012 ha un contratto a part-time, da rinnovare ogni anno, senza che arrivi mai la prospettiva del tempo indeterminato, nonostante l’impegno messo e per cui è “cresciuta come persona e come professionista”. “Ho cercato di svolgere al meglio il mio lavoro, formandomi e dedicandomi il più possibile ai miei piccoli pazienti, pensando anche in momenti più impensati ad una possibile soluzione per riuscire ad ottenere dei risultati per quello specifico bambino o bambina … – afferma – perché per un professionista la seduta di trattamento non si esaurisce allo scadere dei 45 minuti di trattamento, ma prosegue … e per me è sempre stato così! Ho sempre sentito addosso il dovere morale di fare tutto il possibile per il bambino che mi trovavo di fronte e per la sua famiglia…”.

L’arrivo della pandemia è un colpo duro per tutti e anche per lei, che vive in una città diversa dalla sede di lavoro, vede persone vicine ammalarsi, alcune fino a morire. È dura rimanere senza “un valido aiuto nella gestione dei miei figli” ma lei va avanti con “serietà e lealtà”.

Parrebbe ripagare se, dopo il primo confinamento, diventa “referente del gruppo di patologia per i Disturbi Specifici di Linguaggio” su bambini dai 3 ai 6 anni. Ma la nomina ha poco futuro se, con la scadenza del contratto a part-time, l’Associazione pone a Chiara, come condizione del rinnovo, di “lavorare due pomeriggi fino a tardi. Le mie condizioni familiari non lo consentivano e l’Ente ne era a conoscenza, ma, nonostante ciò, non ha modificato la sua richiesta” racconta la logopedista che, dovendo rifiutare, ha per risposta la revoca del part time e il dover “rientrare a tempo pieno con un preavviso di cinque giorni”.

Nonostante la lettera di supporto da parte di colleghe e colleghi, Chiara ha dato le dimissioni. Come spiega Flavio Concil, segretario Fp Cgil Lecco, “si è tentato anche di fare cambiare posizione all’Associazione nel corso di un incontro sindacale. Ma il piccolo varco che pareva aprirsi si è subito chiuso. A quel punto per Chiara si è rotto il rapporto di fiducia. In lei resterà sempre il bene per le bambine e i bambini che ha curato, come il dovere morale che sempre l’ha mossa e a cui dovrebbe sentirsi chiamata anche La Nostra Famiglia, in coerenza con la sua missione e il suo nome”.

Intanto la lotta non si ferma. Martedì 25 maggio, in video collegamento, dalle ore 14 alle 16, si terrà l’assemblea regionale delle sedi lombarde dell’Associazione. All’ordine del giorno, situazione politico-sindacale e situazione vertenziale.