24 Apr 2024
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La ripresa parte dal fisco. E quindi dal potenziamento dell’Agenzia delle Entrate

Tavola rotonda promossa da FP CGIL Nazionale

11 giu. 2021 – Parlare di fisco partendo dal punto di vista di chi all’interno del sistema fiscale italiano lavora quotidianamente. Era questo l’obiettivo della tavola rotonda organizzata venerdì 11 giugno da FP CGIL nazionale (diretta Facebook e video ancora disponibili su @fpcgil e @collettiva.it), con il titolo “Riforma e giustizia fiscale: valorizzare le competenze e il ruolo dell’Agenzia delle Entrate”.

I lavori sono stati introdotti e condotti da Florindo Oliverio, Segretario nazionale FP CGIL: “La riforma fiscale è per noi uno degli elementi cardine del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), insieme alla riforma della Pubblica Amministrazione e a quella della Giustizia. Le proposte in campo su questo tema, purtroppo, non paiono orientate a un riequilibrio del carico fiscale, che in questo momento grava quasi esclusivamente (al 95%) su lavoratori dipendenti e pensionati. Come richiesto dalla piattaforma unitaria presentata da CGIL, CISL e UIL, è necessario rilanciare il contrasto all’evasione di fiscale e ciò passa, inevitabilmente, dal potenziamento dell’Agenzia delle Entrate”. Il quadro dipinto da Oliverio è allarmante: organico complessivo diminuito negli anni nonostante gli accorpamenti con altre agenzie (attualmente sono in servizio circa 32mila unità); assunzioni che non riescono a sopperire le uscite per pensionamento; profili professionali fermi al 2005; fondi stanziati per la formazione praticamente inutilizzati. Non ultima, un’età media di 52 anni: “Rendere il lavoro attrattivo per i giovani – ha spiegato il Segretario – significa innanzitutto rendere trasparenti i percorsi di carriera interni”.

L’economista Vincenzo Visco, più volte Ministro della Repubblica con deleghe alle Finanze, al Tesoro, al Bilancio e alla Programmazione economica, ha subito condiviso le preoccupazioni sindacali sul dibattito fiscale in corso, definendolo “scadente e inutile”. Il Professore ha ripercorso la nascita delle Agenzie fiscali, nella seconda metà degli anni Novanta: “Una riforma di cui non sono pentito – ha raccontato l’attuale Presidente del Centro Studi Nens – perché ha portato efficienza in un’amministrazione finanziaria che, fino a quel momento, era un inferno. Le agenzie furono il tentativo di liberare l’amministrazione finanziaria dai condizionamenti del diritto amministrativo, concependole come entità indipendenti dalla politica”. La storia, poi, ha un po’ tradito quelle premesse, perché le scelte politiche dei successivi Governi hanno ridotto l’autonomia delle agenzie attuando infine un accorpamento tra esse sulla cui funzionalità sussistono, ancora oggi, molti dubbi. Dal passato Visco è tornato al presente, lasciando i toni accademici del Professore e vestendo quelli più passionali del politico: La lotta all’evasione, prendendo in prestito una famosa citazione, non è un pranzo di gala: la collaborazione con il cittadino è fondamentale, ma la lotta all’evasione non si può fare con il consenso degli evasori stessi. Occorrono capacità tecnica e volontà politica: con questi due fattori, l’evasione si potrebbe addirittura azzerare. La prima l’abbiamo: l’Agenzia delle Entrate è un’eccellenza della nostra PA, in termini di efficacia, nonostante i tagli e gli indebolimenti subiti. Manca, invece, un’adeguata volontà politica: ritardi e resistenze, a partire dalla demenziale opposizione del Garante della Privacy, che pone allo Stato limiti non posti ai giganti dell’informatica che gestiscono i social network”.

Ernesto Maria Ruffini, Direttore dell’Agenzia delle Entrate, in linea con l’introduzione di Oliverio, ha sottolineato l’importanza di potenziare la capacità operativa degli organici: “Il fisco dovrebbe essere considerato la più importante infrastruttura pubblica, perché da essa dipendono tutte le altre – ha esordito il Direttore -. Biden, negli USA, ha appena stanziato 70 miliardi di dollari per rafforzare l’I.R.S. (corrispettivo statunitense della nostra Agenzia): facciamo le debite proporzioni, certo, ma una riflessione è comunque doverosa, rispetto a come stiamo invece operando nel nostro Paese”. Nonostante le difficoltà e i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni, anche Ruffini, come Visco, considera quella delle agenzie “una scommessa vinta”: “Lo dico da cittadino e da avvocato tributarista. Alcune modifiche disposte dai vari legislatori non ci hanno convinto, ma il Parlamento è sovrano. Certo, il ritorno allo spoil system, con il cambio di sei direttori in sei anni, non ha giovato in termini di continuità, né ai colleghi né ai contribuenti”.

L’economista Nicolò Giangrande ha analizzato la piattaforma sul fisco presentata dai tre sindacati confederali, già citata da Oliverio in apertura di lavori, soffermandosi in particolare su tre dei dieci punti in essa contenuti: ripensare la base imponibile, allargandola a redditi oggi esclusi; detassazione degli aumenti contrattuali; lotta all’evasione fiscale. Un nuovo fisco è fondamentale se vogliamo pensare a un nuovo modello di sviluppo – ha spiegato il ricercatore della Fondazione Di Vittorio -: questi tre elementi posso portare a un taglio delle imposte che non sia riduzione generalizzata, bensì redistribuzione del carico fiscale, sgravando chi, lavoratori e pensionati, è oggi troppo colpito. Il ruolo dell’Agenzia delle Entrate in questa partita sarà decisivo: per questo è necessario incrementarne l’organico, soprattutto con l’ingresso di professionalità legate alla digitalizzazione e al trattamento dei dati”.

Gianna Fracassi, Vice Segretaria Generale CGIL nazionale, concludendo il dibattito ha condiviso le preoccupazioni di Oliverio e Visco sull’attuale dibattito politico in materia di riforma fiscale. “Vedo troppa timidezza – ha detto la sindacalista -, la riforma non ha la centralità che merita all’interno del PNRR, ma dovrebbe essere il contrario: la leva fiscale è fondamentale se vogliamo fare ripartire il Paese combattendo le diseguaglianze. Pare che si stia andando, invece, in una direzione sbagliata: il Governo può ancora correggere la rotta, ma deve tornare a confrontarsi con le organizzazioni sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori”. (Simone Cereda)