Dall’attivo nazionale delle delegate e delegati della Cgil, a Milano, l’intervento di Isabel Santtiz, infermiera cilena, candidata alle prossime elezioni Rsu all’ospedale San Matteo di Pavia. Il segretario generale Landini: cambiamo questo paese mettendo al centro il lavoro, la sicurezza e la dignità delle persone
14 sett. 2021 – “Nell’ultimo trentennio siamo stati vittime delle politiche di deregolamentazione del lavoro, con conseguente instabilità, economica ed emotiva, insicurezza e mancanza di fede nel futuro. Traspare anche dalle politiche di aziendalizzazione estrema del mio settore, la sanità, in cui negli ultimi due anni abbiamo visto come dal chiamarci eroi, e dalla corsa nel reclutare nuovo personale con contratti atipici, siamo arrivati ad essere in troppi, ad essere più del necessario. E venire buttati via come carta igienica usata”. Così Isabel Santtiz, infermiera all’ospedale San Matteo di Pavia, dal palco allestito all’Arco della Pace di Milano per l’attivo nazionale della Cgil “Il domani si cambia oggi” che ha radunato da tutta Italia circa 3000 delegate e delegati.
Santtiz è cilena e citando il discorso del Presidente Salvador Allende dell’11 settembre 1973 (il giorno del colpo di Stato) sull’importanza dei lavoratori come “fondamento intrinseco della società” considera quanto oggi sia venuto meno il “rispetto”, il “riconoscimento del contributo prezioso” dato dal mondo del lavoro, ed imperversa una “bugia” ormai smascherata, cioè che “la precarietà è necessaria e crea posti di lavoro”. Con tutta l’insicurezza e i ricatti che questa condizione porta con sé.
“Veniamo trattati come semplici numeri– sottolinea la delegata della Fp Cgil Pavia -. Vedo tutti i giorni professionisti che lavorano con passione e dedizione, sacrificando il loro tempo libero, riposi, ferie, venire spostati da un reparto all’altro. O, peggio, i precari venire mandati via dalla sera alla mattina, per far quadrare l’organico (sia mai che ci sia una persona in più che dia un attimo di fiato ai colleghi!). Tutto questo in nome del dio denaro – aggiunge -. Devo dire che nonostante la mia giovane età sono amareggiata e già stanca di queste condizioni. Siamo tutti amareggiati. La costruzione di una qualità assistenziale e la garanzia di cure migliori per le persone si costruisce dal numero adeguato di personale, dal giusto riconoscimento economico, e dalla motivazione personale che abbiamo dimostrato e messo a disposizione della collettività”. Ma l’amarezza non cede alla dignità e alla voglia di lottare. “Mi candiderò alle prossime elezioni Rsu nel mio ente – annuncia la giovane lavoratrice -. Ricordiamoci che la salute è per tutti. Metteteci nella condizione di poter fare il nostro lavoro, noi lo faremo con impegno e passione”.
Di tagli alla sanità e precari ha parlato anche il segretario generale della Cgil Maurizio Landini che ha evidenziato come con quanto successo con la pandemia non serva aggiungere molto sui bisogni di salute da garantire a cittadine e cittadini: occorre investire in questo settore, ora anche attraverso le risorse europee, rafforzando la sanità territoriale e tutte le strutture socio sanitarie.
“La più grande rivoluzione che può fare un paese democratico come il nostro è applicare i principi della Costituzione” afferma Landini: c’è il diritto alla salute oltre al diritto al lavoro e all’istruzione. C’è “il diritto a un sistema sociale che metta al centro la persona”.
E qui non poteva mancare l’affondo ribadito in questi ultimi tempi: se la salute deve essere considerata “un diritto universale”, al tempo stesso “vaccinarsi è un dovere morale e una responsabilità sociale”.
L’obbligo vaccinale chiama in causa il governo: va fatto per legge. La Cgil non ha “nulla contro” la certificazione verde ma “non può essere che le persone per lavorare debbano pagare le protezioni previste” incalza il segretario generale.
Il governo viene interpellato da Landini a passare “dalle parole ai fatti” su più partite: dalla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro alla formazione, dal Piano nazionale di ripresa e resilienza alla riforma della Pubblica amministrazione e del fisco, dalle pensioni agli ammortizzatori sociali e le politiche attive del lavoro. La Cgil, con le sue donne e i suoi uomini, vuole essere protagonista di una “trasformazione sociale” e della libertà e unità del lavoro – secondo un percorso unitario – per “affermare una nuova coesione e giustizia sociale”.
Non ultimo è il tema della legge sulla rappresentanza, per smarcarsi da “troppi contratti pirata” che strozzano tutele e diritti di chi lavora. Landini qui raccoglie il volantino e l’appello dello sciopero del 25 settembre delle lavoratrici e dei lavoratori della Fondazione Ca’ d’Industria di Como, contro il passaggio dal contratto pubblico a quello privato. Ci sono imprese che vanno “contro i lavoratori e la civiltà dei diritti nel nostro paese” e bisogna dunque lottare. Partendo “da quello che dipende da noi”, come ha insegnato il primo leader della Cgil, Giuseppe Di Vittorio, che Landini cita assumendosi la responsabilità di un sindacato che vuole cambiare, partecipando insieme, l’oggi per un domani migliore per tutte e tutti.