Lunedì 8 novembre, per l’intera giornata, scioperano le lavoratrici e i lavoratori dell’igiene ambientale. Oggi, alla Camera del Lavoro di Milano, si è tenuto l’attivo unitario lombardo delle delegate e dei delegati
25 ott. 2021 – Oltre 150 persone, tra quelle in presenza nel Salone Di Vittorio della Cgil di Milano e la trentina in video-collegamento, hanno partecipato oggi all’attivo regionale delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi ambientali, in preparazione dello sciopero nazionale indetto per l’8 novembre da Fp-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Fiadel.
Più salute e sicurezza, più tutele e diritti, più organizzazione del lavoro e salario sono stati i punti cardine affrontati oggi e già assi portanti della piattaforma contrattuale. Ribaditi con forza per arrivare a un vero e dignitoso rinnovo del contratto nazionale che deve significare “qualità del lavoro e dei servizi”, come ha evidenziato nelle conclusioni Massimo Cenciotti, coordinatore Fp Cgil.
Lavoratori e lavoratrici hanno raccontato le criticità di un settore duro, faticoso, di un lavoro usurante che merita un’azione rispetto anche al sistema pensionistico e più sicurezza di fronte all’alta incidenza delle malattie professionali, degli infortuni (12mila, con il 15% di lavoratori inidonei) anche mortali. Offende l’atteggiamento miope e sordo delle parti datoriali dopo 27 mesi di stallo contrattuale, la mortificazione delle relazioni sindacali, la richiesta irrispettosa e discrezionale di una flessibilità oraria annuale.
Questo settore, frantumato dalle esternalizzazioni, precarizzato dalla mancata applicazione della clausola di salvaguardia occupazionale nei cambi di appalto (con un preoccupante effetto domino), è drammatizzato da un’altra ingiustizia laddove, a lavoratrici e lavoratori che erogano lo stesso servizio, viene applicato non il legittimo contratto dell’igiene ambientale ma dal Multiservizi al contratto della cooperazione sociale.
Da qui la richiesta, in assemblea, di ampliare il perimetro di applicazione del contratto dell’igiene ambientale anche a chi lavora negli impianti, e quella di lottare affinché a tutte le operatrici e operatori abbiano uno stesso inquadramento contrattuale, economico e normativo.
Per quanto concerne il ccnl – da difendere in quanto tale, puntando sempre al contratto unico di settore, inclusivo e innovativo -, altri punti toccati sono stati il sistema di classificazione, le indennità, il riconoscimento professionale, incrementi economici che non siano autofinanziati da chi lavora (e che già dà), migliori condizioni di lavoro. A monte, c’è tutto il ruolo delle rappresentanze sindacali da rispettare, con una contrattazione da agire e riaffermare dal livello nazionale a quello decentrato.
“La Lombardia è la sintesi del settore” rileva Cenciotti, per una regione dove ci sono le quotate, “molto privato”, l’in house, la cooperazione sociale, aziende del calibro di A2A e Econord. “Questo settore si alimenta con un progetto serio di sviluppo”. Non, come fanno le controparti, che “immaginano un settore di poveracci. Lo sciopero dell’8 novembre è strategico” dice il sindacalista. Già anticipando: “Ci dobbiamo preparare a una vertenza lunga che preveda come punto di partenza l’8 novembre. Su questa partita non si fanno sconti”.
Davide Viscardi, segretario Fp Cgil Lombardia, nel coordinare l’attivo (il primo in presenza, dopo il lungo fermo pandemico), non è meno perentorio. “Lunedì 8 novembre ci saranno 12 presidi in 12 province. A Milano davanti ad Assolombarda, gli altri davanti alle Prefetture. Scioperare e andare al presidio è una scelta importantissima”. Allo stesso tempo, “le aziende devono lasciare lo spazio all’attività assembleare in preparazione dello sciopero dell’8. Questo diritto sindacale va esercitato”.