
Tra carenze di personale e pensionamenti, è a rischio la tenuta dei servizi dell’Ispettorato nazionale del Lavoro. La denuncia arriva dal coordinatore Fp Cgil Maurizio Fazio dopo l’assemblea regionale delle lavoratrici e dei lavoratori. Secondo la segretaria generale Manuela Vanoli deve esserci la volontà politica vera di “investire a tutto tondo” per l’ente
16 nov. 2021 – “Non sprechiamo l’occasione!”. Con questo appello, Maurizio Fazio, coordinatore Fp Cgil Lombardia, inizia e chiude il suo resoconto sull’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, organizzata nei giorni scorsi dalla categoria regionale, alla presenza del coordinatore nazionale Matteo Ariano e della segretaria generale lombarda Manuela Vanoli.
Dal confronto tra operatrici e operatori sono emerse le gravi criticità che si vivono negli uffici dove, tra blocco del turn over e pensionamenti “decuplicati”, si fa fatica a garantire i servizi. In più, per tappare le falle di organico, soprattutto vista l’esiguità di personale di seconda e terza area, si distoglie dai propri compiti chi deve fare attività ispettiva.
“Parlare di sicurezza, di lotta al sommerso, di diritti violati e di lotta al caporalato, è un puro esercizio retorico se poi i pochi ispettori del lavoro in servizio vengono impegnati sul settore amministrativo per carenza di personale – spiega Fazio -. Gli stessi funzionari amministrativi, che sono in numero assolutamente insufficiente in rapporto alle esigenze del territorio ed ai numerosi e preziosi servizi erogati, vengono sottoposti a carichi di lavoro insostenibili”.
Che fare, in uno scenario dove non si avvistano nuove assunzioni mentre, per l’età media elevata, proseguiranno le uscite pensionistiche? Dall’assemblea sono arrivate diverse proposte.
Il coordinatore regionale ne riassume tre. La prima: introdurre il silenzio-assenso per alcuni atti, attraverso una delibera del direttore dell’Inl. L’istituto, previsto dal decreto Semplificazioni, “permetterebbe di ‘concentrarsi’ sulle pratiche che hanno bisogno di una istruttoria approfondita, passare finalmente dalla quantità alla qualità, con un evidente beneficio per le cittadine e i cittadini che si rivolgono ai nostri uffici”.
La seconda: gestire a livello regionale o interregionale il personale e gli acquisti, “con conseguenti risparmi economici e messa a disposizione di risorse umane da utilizzare nei servizi all’utenza”.
La terza: applicare, come già succede all’Inps e all’Inail, il principio di sussidiarietà per cui, di fronte a una mole di lavoro straordinario, sono gli uffici con più personale specifico a prendersi in carico le pratiche da smaltire, “cosa oggi fattibile grazie all’innovazione tecnologica: se non si possono spostare le persone, è possibile una lavorazione decentrata delle pratiche verso gli uffici dove esiste disponibilità di maggiori risorse”.
Un altro tema discusso è stato il “decreto Fiscale” (dl 146/2021), con la positiva rimessa al centro del ruolo dell’Inl e l’attenzione a un problema drammatico degli infortuni sul lavoro. Ma poi la politica deve essere conseguente e investire nel personale adeguato a far funzionare davvero le attività ispettive, nella formazione e nella modernizzazione, anche organizzativa, necessarie. Così viene respinta “l’idea dell’ispettore ‘tuttofare’. Non può esistere il tuttologo, non solo perché i contrati collettivi non lo prevedono, ma anche perché l’ispettore che fa tutto, rischia di fare tutto male” evidenzia Fazio.
“Le lavoratrici e i lavoratori, in assemblea hanno rivendicato più riconoscimento della loro professionalità e ruolo. Questo passo si fa attraverso la volontà vera di investire a tutto tondo sull’Ispettorato del Lavoro. Ad esempio migliorando organizzazione del lavoro e condizioni di chi vi opera, e dunque procedendo urgentemente a nuove assunzioni. E dando un segnale concreto nelle buste paga delle lavoratrici e dei lavoratori, attraverso il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro e un nuovo sistema di classificazione – sostiene Manuela Vanoli, segretaria generale Fp Cgil Lombardia -. Nelle trattative nazionali per rinnovare il contratto delle Funzioni Centrali, la nostra delegazione sta lavorando per questa valorizzazione economica. Ma, ripeto, oltre al rinnovo contrattuale – di cui auspichiamo piena riuscita – occorre che la politica creda tangibilmente che far funzionare bene l’Inl significhi tutelare i diritti e la sicurezza di tutte le lavoratrici e i lavoratori del Paese, oltre che affermarne il ruolo a presidio della legalità”.