Dichiarazione stampa di Gilberto Creston, segretario Fp Cgil Lombardia
Milano, 31 marzo 2022 – Continuiamo a sentirci dire che, per far fronte alla pandemia, il personale dipendente nella sanità pubblica lombarda è aumentato. Certo, in qualche azienda è anche successo, ma non in tutte e non in tutti gli ambiti professionali. In diverse ASST il personale si è addirittura ridotto, così pure nelle ATS, a partire da quella di Milano, la più grossa.
Negli ultimi due anni le lavoratrici e i lavoratori, già in difficoltà per le carenze di organico da prima che esplodesse la pandemia, sono stati impegnati allo stremo, una parte significativa di loro si è ammalata e purtroppo qualcuno è deceduto.
La questione dei fabbisogni adeguati di personale nella sanità pubblica è centrale, e non si affronta aumentando le esternalizzazioni di attività di carattere medico, sanitario e sociosanitario ma assumendo personale. Neppure i percorsi di stabilizzazione di lavoratrici e lavoratori precari sono stati ancora portati a compimento ma servono ulteriori provvedimenti da parte delle aziende affinché siano pienamente realizzati.
Preoccupa poi la previsione di attivare nuove strutture e tipologie di servizi senza al contempo prevedere le necessarie assunzioni per farle funzionare: case di comunità, centrali operative, ospedali di comunità, assistenza domiciliare, infermiere di famiglia e tutto quanto previsto dal PNRR e dalla Legge Regionale 22 per lo sviluppo di una sanità territoriale pubblica necessitano di professioniste e professionisti che oggi non ci sono e che dovranno essere assunti in aggiunta a quelli oggi in servizio. A meno di ridimensionare altre prestazioni del SSR, cosa per noi inaccettabile.
Rivendichiamo che Governo e Regione agiscano di conseguenza!