La manifestazione indetta dalla Cgil, alle ore 10 in Piazza del Popolo, dal titolo: “Pace, lavoro, giustizia sociale, democrazia camminano insieme”
24 mag. 2022 – Tra poco meno di un mese, a Piazza del Popolo a Roma, lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, cittadine e cittadini sono chiamati a partecipare alla manifestazione della CGIL “Pace, lavoro, giustizia sociale, democrazia camminano insieme”.
L’appuntamento è stato fissato alle ore 10 di sabato 18 giugno. In una piazza che sarà tutt’altro che statica ma che ha l’obiettivo di avanzare passo, dopo passo, per un futuro più equo e migliore per tutte e tutti.
Bisogna, per questo, intanto a monte lavorare per la pace, ovunque e a partire dall’Europa, per fermare, con il negoziato, il conflitto che infiamma l’Ucraina dopo l’aggressione della Russia di Putin. Un’invasione condannata “fermamente” dalla CGIL, che si è attivata in aiuti umanitari e accoglienza, e che altrettanto risolutamente, però, chiede il cessate il fuoco perché “la guerra è sempre orrore e devastazione” e la pagano per primi le persone, dai giovani reclutati a donne, anziani, bambini. Dopo il Covid che ha paralizzato il mondo, questa ulteriore guerra porta altra crisi, inclusa quella alimentare “a causa del blocco all’esportazione del grano e alla crescita dell’instabilità in vaste aree del mondo” e rincari.
Questa situazione può soltanto alimentare, invece, disuguaglianze e iniquità di nuova e vecchia data e frenare processi quanto mai urgenti, come la sostenibilità ambientale e un cambio di passo energetico e digitale.
Pace, dunque, e pane per i denti di un mondo sempre più complesso e molto fragile, ma che ha ancora risorse ed energie per poter cambiare. La CGIL ribadisce la sua proposta affinché si affermi il buon lavoro: dignitoso, stabile e portatore di diritti sempre più inclusivi. “Per questo, l’Europa non deve tornare alla politica di austerity, ma rendere strutturale il modello di Next Generation EU, assunto per affrontare gli effetti della pandemia, per una politica economica espansiva che investa nello Stato sociale e in un nuovo modello di sviluppo – afferma il sindacato di Corso d’Italia -. Bisogna rimettere al centro il lavoro, fare della giustizia sociale il parametro delle scelte politiche e di investimento e utilizzare le risorse europee e nazionali per affrontare la transizione digitale e ambientale senza lasciare indietro nessuno, garantendo il diritto alla salute, alla conoscenza, all’invecchiamento attivo”.
Centrale il concetto per cui occorre “cambiare il presente, guardando al futuro”. E iniziare subito.
Le rivendicazioni, in sintesi, stanno viaggiando in rete con i volantini e i manifesti diffusi. La CGIL, rispetto al capitolo lavoro, vuole: “mettere fine alla precarietà dilagante, al finto lavoro autonomo, al lavoro povero e sommerso; investimenti in buona occupazione stabile; il rinnovo dei contratti collettivi nazionali e l’aumento dei salari; la legge per la rappresentanza e la validità dei contratti nazionali per tutte e tutti; un piano straordinario di assunzioni (donne, giovani e Mezzogiorno); un investimento per la salute e la sicurezza; il diritto alla formazione permanente.
Non da meno sono le richieste per la giustizia sociale e la democrazia: “sostegni strutturali per i redditi più bassi (200 euro di bonus non bastano); l’aumento del ”netto” in busta paga e la diminuzione del carico fiscale per lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati; l’aumento del valore e della platea della quattordicesima per pensionate/i; un contributo di solidarietà straordinario sulle grandi ricchezze; servizi pubblici efficienti e a disposizione del cittadino; un aumento dei finanziamenti per sanità, scuola, università e ricerca pubbliche; una legge sulla non autosufficienza; l’istituzione della pensione di garanzia per precari, lavoratori discontinui e il superamento della legge Fornero”.
Da qui al 18 giugno verranno organizzate assemblee sui posti di lavoro per preparare la manifestazione.