26 Apr 2024
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Il nodo che lega la chiusura di Psichiatria a Merate e le difficoltà della sanità pubblica in Lombardia

Tramparulo (Fp Cgil Lecco): “Siamo convinti che anche la migliore riforma sanitaria, sociosanitaria e sociale fatta senza una vera programmazione sul personale sia inutile e inattuabile”

6 giu 2022 – Mentre le aziende socio sanitarie stanno (o dovrebbero) presentando alle organizzazioni sindacali i Poas, cioè i piani di organizzazione aziendale strategica, la Fp Cgil Lecco, con il segretario generale Lello Tramparulo, ragionando sull’ultima riforma regionale del welfare, torna a denunciare il problema delle carenze di personale. Un tema che coinvolge tutte le cittadine e i cittadini, viste le varie ricadute sui servizi, dalle liste d’attesa alla negata erogazione degli stessi. Sì perché, ad esempio, all’ospedale di Merate il reparto di psichiatria continua a rimanere chiuso.

“Il dibattito che si sta sviluppando rispetto all’ennesima legge di riforma sanitaria in Lombardia ripropone un film già visto. All’ultimo incontro che si è tenuto presso l’Asst di Lecco in occasione della presentazione del nuovo Poas, come Fp Cgil abbiamo chiesto perché la psichiatria di Merate restava ancora chiusa e la risposta è stata chiara: mancano gli specialisti, manca il personale medico – racconta Tramparulo -. Le difficolta in cui versa l’ospedale Mandic di Merate rappresentano il chiaro esempio in cui versa la sanità pubblica in questa regione. Carenza cronica di personale medico, infermieristico e ausiliario”.

Nonostante i concorsi? “Sì, il personale comunque non si trova. E non sono solo i medici psichiatrici a mancare. Sempre a Merate, di recente, si è fatto ricorso a soluzioni esterne per reperire medici per l’urgenza in pronto soccorso. Una situazione gravissima”.

Nel frattempo non vengono meno i fabbisogni di salute mentale. “Anzi, il bisogno di aiuto è fortemente incrementato anche per effetto del Covid e la chiusura della Psichiatria mette a rischio l’intera rete di salute mentale del territorio. Come Fp Cgil di Lecco abbiamo da tempo segnalato questo problema ma finora la prevenzione e la cura dei disturbi mentali non sono mai stati posti al centro del dibattito”.

Torniamo al riassetto sanitario lombardo. “Siamo convinti che anche la migliore riforma sanitaria, sociosanitaria e sociale fatta senza una vera programmazione sul personale sia inutile e inattuabile – rispende il segretario generale -. Possiamo continuare a immaginare strutture e attrezzature nuove e avveniristiche, possiamo puntare sulla telemedicina, sfruttare l’enorme potenziale tecnologico a nostra disposizione, ma senza l’apporto adeguato delle lavoratrici e dei lavoratori rischiamo l’ennesima riforma fatta sulla carta. E purtroppo i segnali ci sono tutti. Il problema non è ‘solamente’ quello di reclutare nuovo personale ma anche quello di migliorare le condizioni di lavoro a quello già in essere, per evitarne, come invece sta accadendo, la fuga”.

Insomma, il personale resta il nodo cruciale. “Un nodo che condiziona organizzazione dei servizi, carichi e condizioni di lavoro. Nella nostra Asst il numero di giornate di ferie e ore accantonate a recupero ci dice che il personale in servizio è insufficiente. Questa situazione produce un altro effetto negativo – aggiunge Tramparulo -: se il personale non riposa il dovuto è facile che si ammali e resti a casa, come sale il rischio di errori a danno dei cittadini. Non è possibile che, dopo la batosta di questa pandemia, Regione Lombardia tergiversi sulla vera emergenza sanitaria, la mancanza di una programmazione a lungo termine per reperire e valorizzare operatrici e operatori. Non basta consumare tante parole intorno ai principi di integrazione, sussidiarietà, territorio, presa in carico, rapporto pubblico/privato. Servono fatti veri, braccia, gambe e intelligenze per mandare avanti il sistema salute”.