23 Apr 2024
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Ministero della Cultura / Un 4 luglio di mobilitazione

Indetto dai sindacati lo stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori del Mic, lunedì prossimo, 4 luglio, si terranno presidi e assemblee per protestare contro lo stato di abbandono del settore e per chiederne, viceversa, la valorizzazione

1 lug. 2022 – Presidi unitari e assemblee sui luoghi di lavoro per protestare contro lo stato di abbandono in cui versa il Ministero della Cultura. Cgil Cisl Uil della funzione pubblica, indicendo lo stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, hanno organizzato una giornata di mobilitazione per lunedì 4 luglio, che troverà visibilità nelle manifestazioni davanti alle prefetture territoriali e direttamente sotto il Mic, dalle ore 11.

Pesanti sono le carenze di personale, “con appena 10.567 dipendenti in servizio a fronte di una dotazione teorica di circa 19.000 unità, mentre sono fermi i concorsi al 19/21, con numeri peraltro insufficienti” denunciano i sindacati, tornando a tambur battente sulla necessità di “un piano straordinario di nuove assunzioni”.

Tra le criticità segnalate ci sono poi il “mancato rispetto del contratto, l’azzeramento del lavoro da remoto e il disinteresse con cui vengono affrontati i temi legati al Pnrr”, a partire dalla “mole dei carichi di lavoro” per attuarlo.

Anche in Lombardia si terranno assemblee e presidi per sollecitare interventi seri per il sistema dei Beni Culturali che dovrebbero essere un fiore all’occhiello del nostro Paese, da curare e valorizzare al massimo insieme alle lavoratrici e ai lavoratori addetti a questi servizi. Nella nostra regione le carenze di organici sono così gravi che, in caso di malattia o ferie del personale, alcuni siti archeologici sono costretti a chiudere, per fare un esempio. Questo non è accettabile, come non è accettabile l’esternalizzazione di servizi e attività qualificanti, vedi sempre gli archeologi – incalza Felicia Russo, coordinatrice Fp Cgil lombardia -. Si deve invece reinternalizzare e procedere velocemente a nuove assunzioni – continua la sindacalista – Non possiamo privatizzare il nostro patrimonio artistico e culturale! Chiediamo investimenti, innovazione e rispetto dei diritti e delle condizioni di lavoro, oltre a un percorso condiviso in merito all’effettuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.