26 Apr 2024
HomeMantovaBeni culturali a Mantova e il paradosso di uno Stato che non cura sé stesso

Beni culturali a Mantova e il paradosso di uno Stato che non cura sé stesso

Intervista a Elena Giusti, segretaria generale della Fp Cgil territoriale

6 lug. 2022 – “Il patrimonio artistico e culturale del nostro Paese è la vera materia prima dell’Italia. I lavoratori e le lavoratrici del Mic vogliono tutelare, proteggere e valorizzare beni che non sono sostituibili. Giustamente pretendono di essere messi nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio compito”. Elena Giusti, segretaria generale Fp Cgil Mantova, fa la foto alla situazione sul suo territorio dei beni culturali.

La mobilitazione unitaria è partita a livello nazionale, con tanto di stato di agitazione al Ministero della Cultura e i presidi che si sono tenuti lunedì 4 maggio. E siccome sono insufficienti le risposte finora ricevute su carenze di personale (circa 9000 addetti) e necessarie assunzioni straordinarie, percorso condiviso per la gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (e relativi super-carichi di lavoro), lavoro agile, la lotta non si profila breve.

Ed è un paradosso, come evidenzia Giusti, per un Ministero di questo tipo, con il valore aggiunto che racchiude e rappresenta, è un paradosso che “lo Stato, non abbia cura di sé stesso”.

Qual è la situazione a Mantova? “Le carenze di personale, acuite da pensionamenti e trasferimenti, fanno da freno a mano in un settore che dovrebbe andare e trainare a tutta birra il territorio. Palazzo Ducale, con i suoi 34mila metri quadrati, il Museo Archeologico, l’Archivio di Stato, con il patrimonio culturale e storiografico custodito, funzionano in modo limitato rispetto a come potrebbero e dovrebbero” risponde la dirigente sindacale.

Qualche numero? “Stando agli esempi citati, a Palazzo Ducale in un decennio gli addetti alla vigilanza si sono dimezzati e oggi sono 44 (di cui 5 a part time) invece che 78. Nessun nuovo arrivo è previsto tra amministrativi e funzionari, che seguono anche il Museo Archeologico, mentre quest’anno ne andranno in pensione in 6. Anche l’affido a cooperative sociali di servizi a supporto della vigilanza e della biglietteria non è stabile visto che il Museo, nonostante la sua autonomia, fa i conti con le proprie disponibilità. All’Archivio di Stato – continua Giusti – anche fino al 2018 erano in sotto organico ma pur sempre in 15 contro i 9 di oggi, direttore incluso e, purtroppo, la persona che arriverà dopo l’ultimo concorso non basterà a risollevare le sorti”.

A Mantova ha sede la Soprintendenza dei beni artistici e del paesaggio che comprende anche le province di Cremona e Lodi. “Rientra nel paradosso citato prima. La Soprintendenza è nata nel 2018 e vi lavorano in 20 sui 58 regolamentari, di cu 2 amministrativi e 2 vigilanti. C’è personale tecnico scientifico anche giovane, competente e motivato. Ma le carenze di personale minano l’organizzazione e l’efficacia del lavoro, e quella marcia sfidante da ingranare per erogare un servizio all’altezza e sempre più attrattivo. Da qui il nostro pressing sindacale per ribadire la necessità di un grande piano di assunzioni e per procedure più semplici e veloci – afferma Giusti -. Peraltro, ora che le Soprintendenze territoriali dovranno svolgere attività istruttoria vincolante, anche su altri Ministeri, rispetto ai progetti e missioni legati al Pnrr, tra cui l’importante transizione ambientale, come faranno senza un incremento adeguato di personale dedicato e visto il quadro attuale?”.