28 Mar 2024
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Carenze di personale nel socio sanitario assistenziale / La denuncia della Fp Cgil Mantova

Andando avanti così ci sarà il crollo” afferma la segretaria Tomasini

24 ago. 2022 – “La Fp Cgil lo dice da tempo” afferma Magda Tomasini, segretaria della categoria mantovana, alle notizie stampa sulla crisi delle Rsa, sempre più in affanno per le carenze di personale.

E proprio la Fp Cgil Mantova, nei giorni scorsi, aveva riacceso gli abbaglianti sulla situazione che peggiora nei servizi socio assistenziali e socio sanitari del territorio. “La pandemia ha aperto ferite che non potranno essere rimarginate tra le lavoratrici e i lavoratori che hanno dato il massimo nell’emergenza sanitaria e che ora, a forze risicate, stanno migrando verso lidi con opportunità migliori, come la sanità pubblica e privata, quando non vanno in pensione. Per il terzo settore il danno è pesantissimo, mancando circa 350 infermieri e 400 operatori socio sanitari. Il danno è per le persone destinatarie dei servizi di cura e per chi lavora nelle strutture, con sempre più stress e difficoltà, oltre che lavoro straordinario e ferie da smaltire. In molti enti i turni sono spesso massacranti, senza il necessario riposo. Andando avanti così ci sarà il crollo” spiega preoccupata Tomasini.

Ma i problemi erano iniziati prima del Covid. “Le nostre denunce sono state evidentemente sottovalutate se non ignorate: bisogna superare il numero chiuso alle università e abbassare i costi dei corsi per ausiliari socio sanitari e socio assistenziali. E il lavoro di cura va incentivato con retribuzioni adeguate alle effettive professionalità richieste” evidenzia la sindacalista.

Tomasini poi attacca, come già fatto dalla Fp Cgil Lombardia, anche la sperimentazione regionale dell’operatore socio sanitario con formazione complementare. “In questa scelta non sono state coinvolte le rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori e per questa figura professionale non sono stati valutati gli inquadramenti e le retribuzioni. Contestiamo questa direzione che non rafforza il settore di cura ma semmai lo svilisce – quando peraltro la popolazione anziana sta diventando sempre più numerosa nella nostra provincia e nel Paese-: invece che investimenti e valorizzazione delle risorse umane si continuano a mettere toppe peggio del buco, esternalizzando, perdita di qualità dei servizi e di condizioni dignitose e appetibili di lavoro. Una direzione che proveremo a cambiare in tutti i modi – aggiunge – sia per le cittadine e i cittadini, con il loro diritto a servizi di qualità, sia per le lavoratrici e i lavoratori che, per uno stesso lavoro, devono poter avere stessi salari e stessi diritti e non a fil di schiena la lama di appalti al massimo ribasso”.