23 Nov 2024
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Stradella / Quando l’emergenza è lo stesso pronto soccorso

C’è solo un medico per turno al Ps dell’ospedale della provincia pavese. La denuncia della Fp Cgil con Patrizia Sturini: “Il problema non è solo legato al periodo estivo, la carenza di personale è ormai diventata strutturale. Se non si cambia rotta saranno guai seri”

25 ago. 2022 – “Senza cambi di rotta, finirà che ad ammalarsi saranno quei pochi medici e professionalità sanitarie che ancora lavorano negli ospedali. E allora faremo il botto. Non si può continuare così, la salute è un diritto di tutte le persone e la sanità va riorganizzata adeguatamente, tenendo conto di tutti i fabbisogni: della popolazione e delle lavoratrici e lavoratori”. Patrizia Sturini, della Fp Cgil Pavia, parla tra un misto di rabbia e imbarazzo. “Da ben prima della pandemia denunciavamo le carenze di personale sanitario negli ospedali del territorio. Perché non si provvede? I nostri appelli e denunce rispetto alle difficoltà che vive la sanità pavese sono stati e continuano a essere ripetuti. L’ultimo caso, segnalato anche sulla stampa, è quello del pronto soccorso di Stradella che può garantire solo un medico per turno. Nell’ultimo anno i medici sono scesi da otto a cinque e sono decisamente pochi, anche considerando l’alto numero di accessi, aumentato sia per il Covid sia per la riduzione di posti letto dei reparti fatta d’estate, che va a scaricarsi, appunto, sul pronto soccorso. Ma il tema non è solo legato al periodo estivo, è ormai diventato cronico, strutturale, quindi ora anche più complesso” sostiene la sindacalista.

Sturini guarda con preoccupazione all’autunno, quando il quadro sanitario potrebbe peggiorare, tra una variante e l’altra del Covid, più tutti i malanni stagionali e non solo. “Il Covid 19 da 36 mesi ha messo in ginocchio il mondo. Nel nostro Paese, nella nostra regione e nel nostro territorio il personale sanitario è davvero stremato e la prossima prospettiva a dominanza della variante Centaurus non è delle più rassicuranti. Men che meno lo è l’emorragia di medici e figure sanitarie e tecniche dagli ospedali. Chi resta, continuando a lavorare nelle pessime condizioni attuali, senza nuove assunzioni e una diversa organizzazione dei servizi, rischia davvero di crollare. Vorrei chiedere a chi ci governa di passare anche solo un giorno – tante volte bastano anche solo poche ore – in un pronto soccorso o in un reparto ospedaliero da comune cittadino. Allora non potrà non capire o far finta di non vedere”.