7 sett. 2022 – “Con il caro bollette, c’è il rischio che la situazione degeneri. Le Rsa sono realtà energivore, non si può spegnere l’aria condizionata per il caldo, né si potrà spegnere il riscaldamento per il freddo, né tantomeno si potranno fermare ausilii per le persone anziane. In più, in diverse strutture iniziano a scarseggiare materiali. Il quadro è fosco, aggravato da una mancanza cronica di personale sanitario e socio sanitario che impatta sulle condizioni di lavoro di chi resta e non si sa ancora per quanto, vista la fuga di tante lavoratrici e lavoratori in cerca di prospettive migliori. Senza provvedimenti seri, il settore diventerà una bomba a orologeria. Il quadro è drammatico”. La preoccupazione di Alessandra Ghirotti, segretaria generale della Fp Cgil Como, taglia come un coltello affilato.
Nei giorni scorsi la Fp Cgil, insieme alla Cgil di Como e al sindacato territoriale dei pensionati, hanno lanciato l’allarme sulle complicazioni che sta attraversando il mondo delle residenze per anziani: oltre, appunto, alle carenze sistemiche di professionalità mediche, infermieristiche, socio sanitarie e socio assistenziali, si sono aggiunte prima il Covid 19 e ora l’aumento delle tariffe dovute alla crisi energetica.
“È un brutto segnale, ad esempio, se in una grande casa di riposo, ex Ipab, il servizio notturno è senza infermiere. Come garantire un servizio di qualità?” evidenzia Ghirotti, aggiungendo timore a timore: “Anche le famiglie avranno bollette più care in casa e non riusciranno a pagare le rette. Tutto si tiene”.
Che fare? “Bisogna agire in modo traversale, su più livelli. Come Cgil, Fp e Spi riteniamo inderogabili alcune condizioni minime, che chiediamo alla politica di garantire: il mantenimento del livello qualitativo e quantitativo dei servizi offerti alle persone anziane, senza alzare il costo delle rette che già incide sui bilanci familiari e stesso salario e stesse tutele al personale che lavora in una stessa mansione. È importante anche arrivare finalmente a una legge sulla non autosufficienza e, in Lombardia, che Regione intervenga sul sistema degli accreditamenti, sui minutaggi e sui rimborsi. Queste misure non bastano da sole ma servono tutte. Servono e con urgenza”.