24 Apr 2024
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CRI: siglato in Lombardia l’accordo che declina a livello regionale l’applicazione del contratto nazionale

Creston (Fp Cgil): “L’accordo dà due indicazioni in merito al ccnl: l’armonizzazione contrattuale rispetto a Comitati locali dove si applicano contratti diversi e gli inquadramenti corretti di tutte le figure professionali”

16 sett. 2022 – Siglato, giovedì 15 settembre, tra Comitato Regionale CRI e sindacati, l’accordo che declina a livello lombardo l’applicazione del contratto nazionale 2020-2022 per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti da Croce Rossa Italiana, enti del terzo settore, organizzazioni di volontariato e fondazioni.

“È un accordo che si sta sottoscrivendo in tutte le regioni italiane, come ad esempio hanno già fatto Piemonte ed Emilia Romagna e cerca di definire il percorso di applicazione del ccnl CRI soprattutto rispetto a due aspetti: il primo è l’armonizzazione contrattuale di molte strutture a livello locale, dove si applicano altri contratti, in particolare quello Anpas, e dove si vuole arrivare ad applicare il contratto CRI nel modo più estensivo possibile – spiega Gilberto Creston, segretario Fp Cgil Lombardia -; il secondo è di inquadrare nel modo corretto tutte le figure professionali, in particolare quella dell’autista soccorritore, fissandone le tempistiche”.

Rispetto al passaggio al contratto CRI delle lavoratrici e lavoratori con contratto Anpas, l’accordo prevede – citiamo testualmente – “il mantenimento delle condizioni economiche e normative di miglior favore in atto, superminimi, indennità ad personam, l’anzianità di servizio utile per le progressioni economiche mantenendo altresì ferie, permessi, eventuale banca ore e TFR ad oggi maturati e la conferma di eventuali accordi di secondo livello”. Mentre l’inquadramento sarà assegnato dai Comitati territoriali (“con decorrenza giuridica dal 1° agosto 2022”) in base al sistema di classificazione del ccnl CRI, ma sempre salvaguardando eventuali posizioni migliori.

Creston precisa che è stata concordatala verifica, nei prossimi mesi, a livello regionale, su come i Comitati territoriali CRI si stanno adeguando alle due indicazioni dell’accordo del 15 settembre scorso, per affrontare sia in ambito territoriale che regionale i contesti operativi in cui operano, spesso con problemi causati dalle regole che investono il settore”.

A cosa ti riferisci?CRI è ormai un ente privatizzato e opera nel contesto degli appalti e degli affidamenti, peraltro occupandosi non solo del trasporto sanitario ma, ad esempio, anche dell’accoglienza e del percorso di inserimento delle persone migranti. Come noto – aggiunge il dirigente sindacale – le regole degli appalti sono stabilite dagli enti pubblici, Regione e Asst per la parte sanitaria, le Prefetture per i migranti. CRI in Lombardia ha circa un’ottantina di sedi, a volte fatte funzionare da soli volontari. Le questioni da monitorare sono tante e in settori molto delicati per la tutela della salute e la dignità delle persone. Questioni strettamente connesse anche alla qualità delle condizioni e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”.