Vanoli (Fp Cgil Lombardia): “È un momento storico, sociale, politico e ambientale decisamente complesso e fragile per molti aspetti. Ma anche sfidante. Il mondo del lavoro va ascoltato, tutto. Noi, rappresentando le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici – servizi che si traducono in diritti di cittadinanza per le persone, dalle più piccole alle più anziane -, sappiamo quanto sia centrale investirvi”
29 sett. 2022 – Con ‘Italia Europa, ascoltate il lavoro’, sabato 8 ottobre la CGIL scende in piazza a Roma, in una manifestazione nazionale, a un anno dall’assalto nero alla sede di Corso Italia e mentre continuano, in tutto il Paese, gli sfregi alle sedi territoriali, oltre che a quelli in rete.
La manifestazione, lanciata prima delle elezioni politiche, e che ha visto nell’assemblea nazionale delle delegate e delegati del 14 settembre scorso a Bologna una tappa intermedia, vuole riaffermare, accanto ai valori democratici e costituzionali, dieci punti prioritari per il mondo del lavoro e accorpati in cinque macro voci: “aumentare i salari e difendere i redditi da lavoro e da pensione dall’inflazione, rafforzare la contrattazione e riformare il fisco; stop alla precarietà e riduzione degli orari di lavoro; legalità e sicurezza sul lavoro; nuovo stato sociale e diritti di cittadinanza; politiche di sviluppo e nuovo intervento pubblico”.
Il corteo partirà alle ore 13.30 da Piazza della Repubblica e arriverà a Piazza del Popolo, dove, dopo gli interventi dei sindacati internazionali e delle associazioni, il segretario generale Maurizio Landini concluderà la manifestazione attorno alle 17.30.
Dalle ore 19.00 alle 22.00 ci sarà poi un’apertura straordinaria della sede Confederale con la possibilità di visite guidate all’interno e il riposizionamento del quadro restaurato di Ennio Calabria dopo gli sfregi del 9 ottobre 2021.
La sede resterà aperta al pubblico anche domenica 9, giorno in cui è stata organizzata anche una tavola rotonda con sindacati europei e internazionali.
“È un momento storico, sociale, politico e ambientale decisamente complesso e fragile per molti aspetti. Ma anche sfidante. Il mondo del lavoro va ascoltato, tutto. Noi, rappresentando le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici – servizi che si traducono in diritti di cittadinanza per le persone, dalle più piccole alle più anziane -, sappiamo quanto sia centrale investirvi – afferma Manuela Vanoli, segretaria generale della Funzione pubblica Cgil Lombardia –. In piazza saremo in tante e tanti, anche per la nostra categoria”.
Perché è importante sostenere e diffondere il decalogo della Cgil? “Le dieci proposte della nostra organizzazione confederale possono fare svoltare in modo concreto e secondo giustizia sociale il Paese. Per quanto ci riguarda, in particolare rivendichiamo adeguati stanziamenti per il rilancio e l’innovazione delle pubbliche amministrazioni, con un piano straordinario di assunzioni e la stabilizzazione del personale precario. Prevedendo nella legge di bilancio risorse adeguate per i rinnovi contrattuali. Ma chiediamo anche di prendersi cura di chi ci cura, rafforzando in senso universalistico il sistema socio sanitario nazionale pubblico e rendendo finalmente lo stato sociale motore di sviluppo del Paese” risponde Vanoli.
Dal particolare al generale: altri temi? “Lavoro dignitoso, paritario, equo, salute e sicurezza sul lavoro, legalità del lavoro, formazione sono tutti temi imprescindibili e che fanno la differenza. Insieme, tra gli altri, alla tutela e incremento del potere di acquisto, alla salvaguardia dell’occupazione e alla creazione di lavoro per donne e giovani, a una riforma del fisco progressiva e redistributiva, al contrasto più deciso all’evasione e all’elusione fiscale. Alla riforma delle pensioni. È poi quanto mai necessaria – aggiunge la dirigente sindacale – la legge sulla rappresentanza per determinare nuove relazioni tra le parti e contrastare i contratti pirata che causano discriminazioni di diritti tra le lavoratrici e i lavoratori. Ripeto, è tempo di ascoltare tutto il mondo del lavoro, e per questo serve un Nuovo Statuto dei diritti. La Cgil, con la sua Carta dei diritti universali del lavoro, proposta di legge popolare sostenuta da oltre 4 milioni di firme e da anni ferma in Parlamento, il suo passo l’ha già fatto”.