Miriam Martello (Fp Cgil Lombardia e componente la delegazione trattante): “Rinnovare questo contratto era estremamente necessario e doveroso, dopo 4 anni di una lunga e difficile trattativa”
10 ott. 2022 – Siglato nei giorni scorsi il rinnovo del contratto collettivo nazionale 2019-2021 delle lavoratrici e dei lavoratori di Federcasa.
“Grazie ai nostri sforzi i risultati della trattativa vanno nella direzione indicata. E infatti, si ribadisce la vigenza del Ccnl nell’orizzonte temporale 2019/2021, allocando l’aumento contrattuale, pari al 3,5% parametrato sul livello B1, al primo dicembre 2021. Ancora, si stabilisce, sempre per quel periodo, l’erogazione di una una tantum pari complessivamente a 900,00 euro (sempre avendo a riferimento il livello B1). Infine si definiscono gli arretrati da dicembre 2021 a settembre 2022, arretrati che verranno conferiti ai lavoratori secondo le decorrenze pattuite – affermano Paolo Camardella e Alessandro Purificato della Fp Cgil nazionale -. Date le disponibilità delle nostre controparti, pari a circa alla metà del risultato conquistato dalla trattativa, giudichiamo questi importi utili a riallineare questo Ccnl, in riferimento a questo triennio, agli altri contratti dei settori privati, e siamo impegnati, nell’immediato, a riaprire le trattative per il rinnovo Ccnl 2022/2024”.
“Abbiamo comunque messo un punto fermo che ci permette di andare avanti – commenta Miriam Martello, coordinatrice Fp Cgil Lombardia e dipendente dell’Aler di Milano -. Rinnovare questo contratto era estremamente necessario e doveroso, dopo 4 anni di una lunga e difficile trattativa”.
Quali sono state le difficoltà? “Il ccnl Federcasa era scaduto il 31 dicembre 2018, ben prima dell’arrivo del Covid. È paradossale dirlo: se non ci fossero stati, con l’arrivo della pandemia, gli incontri in video collegamento, i continui cambi di vertici della controparte, ai vali livelli, avrebbero messo il freno a mano a un tavolo complicato di suo – risponde Martello -. Va sottolineato che il ccnl Federcasa da un lato non viene applicato in tutta Italia, visto che alle lavoratrici e ai lavoratori degli enti dell’edilizia residenziale pubblica in alcune regioni viene applicato il contratto delle Funzioni locali, dall’altro lato all’interno delle regioni c’è una situazione frammentata, disomogenea”.
Cioè? “In Lombardia le Aler, le aziende per l’edilizia residenziale, sono enti proprietari delle case popolari, mentre le analoghe strutture dell’Emilia Romagna e Toscana, ad esempio, sono semplici amministratori del patrimonio immobiliare dei comuni e hanno dunque un potere contrattuale diverso, più orientato a livello decentrato – risponde la sindacalista -. Inoltre vanno considerati, per tornare alla domanda precedente, le difficoltà per gli enti dovute sia al mancato introito dei canoni, con inquilini sempre più poveri che non pagano né gli affitti né le spese condominiali, sia la manutenzione molto costosa degli alloggi”.
È una attenuante per un rinnovo arrivato così in ritardo? “No, francamente abbiamo trovato inaccettabili, e a volte imbarazzanti, certe posizioni della controparte, che voleva ampliare la parte discrezionale nell’assegnazione delle risorse economiche a scapito degli incrementi tabellari per tutte le lavoratrici e i lavoratori. Ho voluto indicare un contesto di cui fanno parte tanti elementi. Per sciogliere ogni dubbio, rilevo che le bollette le devono pagare anche le lavoratrici e i lavoratori delle Aler, che restano i più bistrattati”.
In che senso? “Quando si parla di edilizia popolare, giustamente c’è chi pone attenzione alle difficoltà degli inquilini. Mentre attenzione per le lavoratrici e i lavoratori delle Aler non ce n’è: non è semplice gestire un’utenza fragile, disagiata, e con strumenti normativi che fanno acqua da tutte le parti. Anche con l’arrivo del Covid il servizio non è mai venuto meno – aggiunge Martello – ed è stato complicato. In mancanza di strumenti all’altezza della situazione, ogni operatore e operatrice ha dovuto metterci del suo. Di fatto hanno una funzione sociale, con una professionalità alta, non riconosciuta. Da questo punto di vista registriamo positivamente che in Lombardia, invece, si stia iniziando finalmente a attribuire alle Aler questo ruolo sociale”.
Torniamo al contratto Federcasa dello scorso 4 ottobre. “Il rinnovo ha abbondantemente superato il primo triennio, siamo quasi a fine 2022, ma era necessario passare da lì, per poter arrivare, con il triennio 2022-2024, a un contratto in linea con l’andamento dell’inflazione e innovativo sul piano normativo. Riproporremo la nostra piattaforma che rivendica, tra gli altri punti, una revisione dell’inquadramento professionale. Ci sono infatti figure, come i responsabili per la sicurezza, i responsabili dei cantieri o i responsabili unici del procedimento che, pur non avendo tale inquadramento, svolgono tali attività. Non è giusto. E non va nemmeno bene che l’accordo per le Rsu sia fermo al 1994. Il contratto andrà dunque rinnovato a tutto tondo”.