24 Apr 2024
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Sanità lombarda / Figura infermieristica, un lavoro sempre più ‘gettonista’

Tra le derive della sanità pubblica c’è la sempre più scarsa attrattività delle professioni sanitarie. Lo sa bene Alexandru Haruta che lavora al Ps Poma di Mantova. Ma che con orgoglio dice: “Non cambierei mai il mio lavoro, non ha paragoni”

18 ott. 2022 – “Siamo passati da essere gli angeli del Covid, eroi, ad essere l’ultima ruota del carro, quelli che non vengono mai presi in considerazione e quelli che, purtroppo, sono la colpa di tutto: delle attese infinite, dei servizi non erogati, di qualsiasi cosa”. Alexandru Haruta, infermiere di pronto soccorso al Poma di Mantova, nel suo intervento all’attivo della Fp Cgil Lombardia di venerdì 7 ottobre, si è concentrato soprattutto sulla categoria professionale infermieristica, appunto, che nel suo ospedale rappresenta il 50% del comparto. Una cifra destinata a calare.

I tagli inferti Servizio sanitario nazionale, l’arrivo del Covid, le carenze di personale e quindi le ricadute sull’organizzazione dei servizi hanno saturato le lavoratrici e i lavoratori e reso meno attrattiva l’attività. “C’è sempre meno gente che vuol fare questo lavoro e sempre più gente che fa questo lavoro e cerca di cambiarlo; ci sarà sempre meno turnover, con una ricaduta anche sulla qualità assistenziale” sostiene il delegato della Fp Cgil mantovana.

Le cause maggiori? “Uno stipendio molto basso oppure uguale a quello delle professioni che non hanno bisogno di studi universitari. La parte economica è fondamentale, il costo della vita è in aumento – sottolinea Haruta, raccontando che le lavoratrici e i lavoratori richiedono un contratto con più incrementi e indennità. “Tanti colleghi stanno guardando più verso il privato, la libera professione. Non è mai successo prima”. Così, anche per le professionalità infermieristiche c’è “il salto a diventare quei famosi ‘gettonisti’ di cui si sente continuamente parlare, a ruota dei medici”.

Tra gli altri problemi c’è il mancato riconoscimento formale della responsabilità infermieristica. A 28 anni dall’esordio del profilo professionale, ancora tanti punti non sono stati attuati. “Siamo rimasti responsabili dell’assistenza solo sulla carta – afferma Haruta -. Si è sempre più numeri di matricola che professionisti della salute. Abbiamo poca autonomia decisionale sia nella parte che riguarda l’assistenza alla persona sia nella parte che riguarda il governo clinico. E anche all’interno dei processi organizzativi e gestionali siamo dei semplici esecutori, senza che ci venga chiesto un parere professionale”.

Grave, ancora, è la scarsa sicurezza sul lavoro. “Sempre più spesso Mantova è passata, negli ultimi mesi, agli onori della cronaca per le violenze che abbiamo subito in ospedale. Lavorando in un pronto soccorso, anch’io mi sono dovuto scontrare molto spesso con la problematica della violenza. Ed è molto desolante che noi andiamo a lavorare pensando di aiutare qualcuno ma questo qualcuno ci aggredisce. A volte ci chiediamo chi ce lo fa fare. Con tutto ciò, però, non cambierei mai il mio lavoro, per il fatto che la conoscenza, l’adrenalina e l’autorealizzazione che ci dà non ha paragoni” commenta con orgoglio.

Come superare queste criticità? “La Asst di Mantova è la realtà economica più grande del territorio, con più di 4000 dipendenti, ma continua a perdere i propri professionisti, ragazzi giovani, formati, che vanno verso altri lidi. Una soluzione credo possa essere migliorare le condizioni di lavoro, adeguando gli stipendi, garantendo più sicurezza, più dignità e più professionalità. Questo potrebbe comportare anche un miglioramento della qualità della vita che incentiverebbe il personale a rimanere a lavorare e a dare il 100%, quello che abbiamo dato fino ad adesso. Come dicono testi di economia e psicologia – e qui Haruta cita letteralmente – ‘il patrimonio più prezioso di un’azienda sanitaria pubblica non sono le strutture e gli strumenti tecnologici ma il personale motivato e formato’”.